Come conoscere se stessi e tornare padroni di sé e della propria vita

Come conoscere se stessi?
Questa è una domanda tanto fondamentale quanto sottovalutata per chi vuole prendere in mano la propria vita.
Del resto è già da tempi molto antichi che si esorta alla conoscenza di sé.
“Conosci te stesso“
è la frase riportata su frontone dell’antico tempio di Apollo a Delfi.
Parliamo di oltre 2000 anni fa, eppure sembra che in pochi si accorgano della sua importanza.
Ho imparato a mie spese l’importanza di imparare a conoscere se stessi, ecco perché ho scritto questa guida per te 🙂
Questo è quanto troverai:
- Conoscere se stessi, perché è così importante?
- Paura e bisogno: come perdere il controllo su di sé
- Come conoscere se stessi cominciando dai problemi
- Come conoscere se stessi con uno strumento preziosissimo
Ma prima di cominciare ti propongo il mio quiz per scoprire se già ti conosci o se forse pensi di conoscerti, ma le cose non stanno proprio così. Fallo subito! 😀
Conoscere se stessi, perché è così importante?
Pensaci bene, riusciamo sempre a fidarci di ciò che conosciamo profondamente perché più conosciamo qualcosa, più ci possiamo fidare del fatto che lo sapremo gestire.
Ci hai mai fatto caso?
Quando sai come funziona qualcosa, quando ne conosci il comportamento, ne prendi facilmente il controllo.
Pensa alla tua auto.
Non è forse vero che più sai come funziona e più la conosci, più sei in grado di prevederne il comportamento nelle situazioni più varie e più ti fidi del fatto che la potrai sempre controllare?
Così, se conosci te stesso, o te stessa, inizi a fidarti e prendi il controllo su di te, esattamente come lo prendi sull’auto che guidi.
Più la conosci e conosci come si comporta in determinate situazioni, più sai che saprai guidarla sulla neve, sull’asfalto bagnato o fuori strada.
E quando ti ci trovi, non cercherai di cambiare le condizioni della strada, guiderai con sicurezza e magari potrai anche divertirti 😀
In sostanza, più impari a conoscere la tua auto, meno avrai bisogno di cambiare la strada su cui guidi perché sia esattamente come vuoi.
Allo stesso modo, più impari a conoscere te stesso, o te stessa meno bisogno avrai di controllare le situazioni intorno a te perché tu le possa gestire.
Quando ti conosci veramente, sai che puoi sempre gestire te stesso, o te stessa e allora, invece di cambiare e controllare la realtà, la puoi semplicemente vivere.
Ma Vivere, con la V maiuscola! 😀
Quello che vedo osservando le persone però, è che la maggior parte di loro spende le proprie energie cercando di controllare e cambiare gli altri e le situazioni che vive.
“Conoscere le persone è saggezza, conoscere se stessi è illuminazione”
– Lao Tzu”-
Una lotta continua che ha l’unico risultato di mantenerle intrappolate nelle loro emozioni e così nella realtà fino a perdersi.
Non si conoscono, e mentre cercano di essere loro a controllare la realtà, finiscono per essere controllate da lei.
Magari finiscono per prendersela con se stesse per esserci cadute anche questa volta, qualche volta arrivano a credere che per loro sarà impossibile stare bene e prendere in mano la propria vita.
Mai visto qualcosa di simile? 😉
Sai qual è il paradosso in tutto questo? Tutti noi possiamo veramente influire sulla realtà, senza cambiarla di un solo millimetro, solo conoscendo veramente noi stessi e prendendo il controllo del ruolo che rivestiamo all’interno della stessa.
In questo articolo ti spiego bene come fare 🙂
Paura e bisogno: come perdere il controllo su di sé
Vedo spesso chi evita determinate situazioni o persone.
Quando gli chiedo il motivo, gli pongo questa domanda: cosa temi esattamente?
E allora scopro che teme di essere usato, ferito, ingannato, tradito o qualcosa di simile, ma dietro a questo non trovo quasi mai un problema pratico e concreto.
Il vero problema è sempre e solamente uno: la paura.
Parliamo solo di emozioni e la paura più vera di chi evita o rifiuta è quella di soffrire e stare male.
Ma cosa c’è in questa paura?
Non lo sa.
In altri casi, viene attratto da cose, persone e situazioni, spesso proprio le stesse da cui a tratti fugge, e perde completamente lucidità e potere su di sé.
Ma cosa lo attrae esattamente in quella cosa, persona o situazione?
Non lo sa.
Sa solo che non riesce a farne a meno, in qualche modo ne ha bisogno.
Paura e bisogno, e in tutto questo il controllo su se stessi sta a zero.
Mai vissuto qualcosa del genere? 😉
Veniamo attratti da cose, persone e situazioni che più o meno consciamente, pensiamo potranno darci la felicità, mentre respingiamo o ci allontaniamo da ciò che pensiamo potrebbe togliercela.
Emozioni! Solo emozioni.
“Io premo un bottone e tu vai su, ne premo un altro e tu vai giù“, per citare De Mello 🙂
Capire se stessi e riprendere il potere sulle proprie emozioni
Se non capisci cosa c’è, cosa vedi in quello che ti attrae, se non impari a conoscere te stesso, o te stessa, questo continuerà a tenerti prigioniero, o prigioniera.
Se non guardi da vicino la tua paura, se non scavi e non vai in fondo per capire e capire sempre di più fino all’ultima domanda e, di nuovo, se non impari a conoscerti, quella cosa, persona o situazione continuerà a tenerti in scacco.
Quando invece prendi finalmente consapevolezza di te, di cosa c’è nella tua paura e nell’oggetto della tua attrazione, quando ti conosci fino in fondo, tutto si scioglie da sé.
Gli altri, le cose e le situazioni smettono di avere su di te il potere che gli davi e tu torni padrone di te.
Allora tutto quello che resta sono solo le eventuali conseguenze pratiche che puoi gestire fin da ora oppure imparare a gestire poco a poco.
Ma finché non capisci resti in balia delle tue emozioni.
Vittima impotente della tua attrazione o della tua paura, diventi una marionetta legata ai fili della realtà.
Quella realtà fatta delle cose, delle persone e delle situazioni che incontri o che vorresti incontrare.
Sai quante volte mi è successo e ancora a volte mi succede?
Conoscere se stessi è un viaggio continuo dentro di sé.
Non esiste un punto di arrivo, ma il passo in più che ogni volta puoi fare per prendere in mano la tua vita.
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Il passato conta!
A volte ci ho messo molto tempo per capire fino in fondo, sciogliere le mie paure e togliere potere a ciò che riusciva ad attrarmi.
Spesso ho dovuto cercare oltre a quello che vedevo in superficie.
Poteva essere una risposta, ma non ancora LA risposta, quella vera, più profonda e magari antica.
Non esiste una fine, ma un livello sempre più profondo che puoi raggiungere per incontrare te stesso, o te stessa dietro a tutto quello che non c’entra con chi sei.
E allora iniziare ad esserlo davvero, mentre prendi il potere su di te smettendo poco alla volta di darlo alla realtà che vivi.
Non più cambiare cose, persone e situazioni, non più cercare inutilmente di controllarle, ma soltanto tagliare uno ad uno, tutti quei fili che fino ad ora ti hanno strattonato gestendo la tua vita al posto tuo.
Tutto questo significa imparare a conoscere come crei le tue emozioni, i motivi per cui fai cosa e il significato che dai alla realtà e alle situazioni che vivi, e capire di esserne l’unica persona responsabile.
E in questo conta molto il tuo passato.
Conoscere te stesso, o te stessa infatti significa anche questo, fare un tuffo nel passato per capire come ora condiziona il tuo presente.
Ricordi più o meno consapevoli, esperienze e regole acquisite e costruite nel tempo, abitudini emotive, di pensiero e di comportamento.
Ma il passato riguarda un tempo in cui non vivi adesso e se non impari a conoscerti, inconsapevolmente, porterai tratti del tuo passato nel presente, perdendo facilmente il controllo di lui.
E invece che tagliare quei fili da cui vieni strattonato, li starai soltanto rinforzando.
Ecco perché è così importante capire come conoscere se stessi!
Come conoscere se stessi cominciando dai problemi
A volte lo sottovalutiamo, ma i problemi sono in grado di portarci lontani da chi siamo e anche le cose più piccole possono essere preziose per capire.
Così ora ti mostro come conoscere se stessi a partire dal racconto di una curiosa esperienza che ho vissuto tempo fa.
Eccola 😀
A me piace che il rotolo della carta igienica sia posizionato con la carta da strappare sul mio lato e non contro il muro.
Mi piace perché lo trovo più comodo visto che altrimenti non vedrei bene l’incisione che facilita lo strappo, rischiando oltretutto di finire tutte le volte con la mano contro il muro.
Ogni volta che iniziavo un nuovo rotolo però, dopo il primo strappo mi trovavo la carta nella posizione contraria, rispetto a come la vorrei. Con lo strappo contro il muro, appunto.
Il fatto è che continuavo a posizionare distrattamente il mio rotolo e a ripetere l’errore senza preoccuparmi di osservare bene per capire.
Ogni volta provavo a caso, confidando nella fortuna di indovinare e col risultato di trovarmi infastidita dall’errore che continuavo a ripetere.
Un banale rotolo di carta igienica era diventato un problema in grado di condizionare come io vivevo la realtà!
Quel giorno invece avevo deciso di guardare bene e ho scoperto che per il primo strappo, la carta è ripiegata su se stessa.
Per risolvere il problema sarebbe stato quindi sufficiente posizionare il rotolo al contrario di come sarebbe intuitivo fare eliminando dalla mia testa inutili pensieri negativi e le conseguenti emozioni.
Semplicissimo! Una volta che avevo capito 😉
La cosa interessante di questa esperienza però, non riguarda tanto la soluzione di per sé, ma la riflessione che ne è nata.
Conoscere se stessi per diventare più forti di tutto!
L’approccio al problema di un rotolo di carta igienica posizionato malamente, può essere lo stesso che usiamo per affrontare tutti i problemi che possiamo incontrare.
E quasi sempre, non saranno banali come ciò che ti ho raccontato 😉
Ma partiamo da qui: perché un problema è un problema?
Se ci pensi, una cosa diventa un problema quando provi emozioni negative.
Se con la stessa cosa provassi emozioni positive non la chiameresti problema, dico bene?
In sostanza un problema è qualcosa che in qualche modo e più o meno direttamente, ostacola la tua felicità.
Te lo spiego bene e in modo approfondito in questo articolo che ho scritto appositamente e che ti consiglio di leggere 😉
Avere un problema, insomma, corrisponde ad avere un ostacolo tra te e il tuo obiettivo. Ciò a cui ti interessa arrivare perché ritieni che in qualche modo ti farà stare bene, contribuendo a creare una vita ricca di emozioni positive.
Ecco così spiegato il motivo per cui ogni cosa che diventa un ostacolo tra te e il tuo obiettivo è causa di emozioni negative capaci di tenerti sotto scacco.
Risolvere il problema può significare due cose:
- Cambiare le cose, le persone e le situazioni trovando il modo per raggiungere il tuo obiettivo e ottenere ciò che ritieni fonte di emozioni positive
- Conoscere te stesso, o te stessa per prendere il potere, togliendo alla situazione che vivi quello di generare emozioni negative
Il più delle volte però, non riuscirai a cambiare la realtà e continuare a provarci non farà che farti vivere in una lotta costante e logorante.
Quello che sempre puoi fare invece, è togliere alle situazioni il potere di farti stare male. Sempre.
E questo significa diventare più forte di tutto 😉
Consapevolezza emotiva, fondamentale per conoscersi
Ma per riuscirci, capire le emozioni che vivi è un aspetto determinante visto che rappresentano il segnale più evidente del fatto che stai vivendo un problema.
Comprendendo le emozioni puoi risalire al motivo più profondo da cui prendono origine, quello che devi cambiare per eliminare le emozioni negative: le tue regole.
Regole che hai appreso e costruito nel tuo vissuto e che lo creano istante dopo istante determinando il giudizio e il significato che dai a cose, relazioni e situazioni che vivi.
Per conoscere se stessi osservando e comprendendo a fondo le proprie emozioni è necessario acquisire consapevolezza emotiva.
Leggi come fare nell’articolo che ti ho appena linkato, ti sarà molto utile 🙂
Ora invece ti mostro come conoscere se stessi in modo molto pratico e concreto.
Come conoscere se stessi con uno strumento preziosissimo
Esiste uno strumento fantastico per imparare a comprendere e conoscere se stessi. Si tratta del diario emotivo.
Io ne ho scritti a vagonate durante il mio percorso di crescita personale! 😀
E pensare a se stessi dedicando del tempo per fare lo stesso è davvero importante.
Tutt’ora uso questo strumento prezioso per conoscere sempre meglio me stessa diventando consapevole dei miei pensieri e delle mie emozioni.
Mi serve per superare ogni problema e vivere bene ogni situazione che mi si possa presentare nella vita.
E il diario emotivo è lo strumento principale che uso anche nei percorsi di Coaching, il momento in cui più di tutto aiuto le persone ad arrivare alla conoscenza più profonda di sé.
Utilizzando il diario emotivo puoi sempre trovare le possibili soluzioni ad un problema!
A volte lo risolverai cambiando la situazione, più spesso, molto più spesso!, cambiando come la vivi.
Nel video che segue ti mostro come nascono le nostre emozioni per farti capire meglio come funziona il diario emotivo.
Scrivere un buon diario emotivo ti permette di risalire alle regole che hai e che determinano come valuterai, e quindi come vivrai, ogni situazione.
Saranno i tuoi pensieri ad esprimere come l’hai valutata attraverso le tue regole e le emozioni che proverai ne saranno la diretta conseguenza.
In sostanza quelli che devi scrivere nel diario emotivo sono questi tre elementi:
- Situazione (il tuo contesto, cosa vivi, cosa fai, cosa fanno gli altri)
- Emozione (cosa provi)
- Primo pensiero (quello che stai pensando appena senti l’emozione)
Non servono poemi, ma poche informazioni semplici e precise.
Qui ti ho dato qualche spunto, ma se davvero vuoi capire come conoscere te stesso, o te stessa è fondamentale che impari ad osservare, a scrivere un ottimo diario emotivo e a padroneggiare questo strumento.
Proprio per questo ho scritto un articolo dedicato che devi assolutamente leggere. Lo trovi in questa pagina 🙂
L’importanza del primo pensiero
Quando scrivi il diario emotivo, è di enorme importanza individuare il primo pensiero, quello cioè che arriva appena senti l’emozione.
Come ti ho spiegato, è il pensiero che ti permette di risalire alla regola e se non trovi il pensiero da cui è nata proprio quell’emozione non potrai nemmeno trovare la regola precisa che gli corrisponde.
A parole sembra semplice, ma trovare il primo potrebbe essere davvero impegnativo, visto che magari è anche parecchio profondo.
Spesso poi, i pensieri si susseguono vorticosamente. Di frequente si ripetono e occupano in modo inutile la tua mente facendoti perdere il contatto con te stesso, o te stessa e la realtà.
E intanto consumano energia che potresti investire in modo molto migliore 😉
Per aiutarti a trovare il primo pensiero ho realizzato questo breve video in cui ti mostro alcuni accorgimenti preziosi.
Scrivere un buon diario emotivo significa imparare a conoscerti per avere il massimo delle possibilità di comprendere i tuoi problemi, a partire dalle tue emozioni.
Significa massimizzare la possibilità di risalire alle tue regole per poterle mettere in discussione arrivando a cambiarle, lasciarle cadere o sostituirle con regole migliori.
Significa soprattutto trasformare ogni emozione negativa in positiva e imparare a conoscere te stesso, o te stessa per diventare più forte di ogni problema e tornare ad essere padrone, o padrona della tua vita, riprendendone il controllo e trasformandola in una vita piena di emozioni positive 🙂
Ma conoscere se stessi porta con se il dono più prezioso di tutti.
E’ l’inizio del viaggio più importante di tutta la vita, il viaggio dentro sé che porta a ritrovare se stessi e capire cos’è la vera felicità 🙂
Comincia da ora!
Scrivi il tuo diario qui sotto nei commenti e ti aiuterò ad ottimizzarlo, mostrandoti anche come usarlo nel modo migliore 🙂
Ciao Serena. Ho visto adesso la tua newsletter e volevo chiederti se secondo te chiedere al mio psichiatra il 30 se posso passare dalla zyprexa velotab 10 mg alla zyprexa velotab 5 mg perchè ho notato che le cose a venirmi in mente ci mettono un po’ va bene.
Chiedi pure al tuo medico tutte le informazioni di cui hai bisogno Dario.
Io non mi occupo di patologie, per quello puoi solo rivolgerti a uno specialista 🙂
L’esempio delle carte lo trovo perfetto, geniale 🙂
I giochi con le carte credo offrano spesso ottimi spunti 😉
Ciao Serena, ho apprezzato molto la tua guida e visto che ho provato disappunto un attimo fa, provo a fare il diario. Non è facile se non si considera il retroscena. Siamo a tavola mio marito guarda la televisione, mia figlia che non vive con noi mi ha girato un messaggio con una medico chirurgo che in poche parole spiega che nell’usare le mascherine facciamo più male che bene per la nostra salute e continua con una serie di cose che in fondo sappiamo tutti. Mio marito si irrita e dice che è una cretina perché secondo lui non sono… Leggi il resto »
Ottime osservazioni, sei stata chiarissima 🙂 Prima di tutto una nota tecnica importante: mai legare l’emozione ad un “perché”. L’emozione è il disappunto? Bene, fermati lì. In realtà non hai la certezza che la motivazione più vera e profonda al tuo disappunto sia il fatto che tuo marito non accoglie il tuo bisogno di conforto. Non tirare conclusioni, osserva e basta 😉 Lo stesso vale per il secondo diario. Hai provato rabbia. Stop. Poi nel pensiero mettici ad esempio “penso che vorrei essere ascoltata” Ora, venendo al diario, tu pretendi di essere ascoltata da tuo marito e allo stesso tempo… Leggi il resto »
Il confronto tra due persone che vivono insieme dà questa sensazione di essere in sintonia, in fondo si cerca continuamente affinità, da sicurezza del fatto che ci sia qualcuno che ti sappia ascoltare. So dove vuoi arrivare, con questa domanda…..questo è un bisogno, non so se solo per me ma è così sbagliato provare piacere ad essere ascoltati? Soddisfa certamente un bisogno di approvazione, quindi ci fa pensare all’insicurezza del nostro pensiero, alla poca autostima. Però per contro è altrettanto facile parlare per imporre il proprio pensiero…..per portare una persona a pensarla come te…..questa cosa fa meditare parecchio. Tu che… Leggi il resto »
Analisi perfetta 🙂
Occhio che il fatto che faccia piacere essere ascoltati è una cosa, averne bisogno, un’altra. Se hai piacere puoi farne a meno senza starci male, se ti serve, il fatto di non ottenere ascolto ti farà provare emozioni negative.
Quando dici che è facile parlare per imporre il proprio pensiero ti riferisci a tuo marito? Che problema c’è se vuole importi il suo pensiero?
In realtà può succedere anche a me di dire una cosa per essere approvati e se l’altro non la pensa come me provare emozioni negative. Ma proprio per questo imporre il proprio pensiero vuol dire non dare la possibilità agli altri di esprimersi. La comunicazione è proprio un tallone d’Achille per tanti. Mi consolo. ultimamente noto che mio marito sopporta sempre meno il mio modo di comunicare. Pretende informazioni precise e senza fronzoli, in pratica io dovrei con attenzione formularmi mentalmente il discorso, conciso, razionale senza ripetizioni e spiegazioni ulteriori ….quasi quasi preferisco non parlare….
Quel “ultimamente” da dove comincia? C’è un punto zero in cui tuo marito ha cominciato ad essere più intollerante?
Se tu fossi tuo marito, per quale motivo, essendo esattamente lui e nella posizione in cui si trova ora, potresti diventare meno tollerante nel dialogo?
…a proposito di coincidenze! 😁
Che piacere ascoltare, leggere e poi ragionare su questi concetti …è quel che sto cercando di fare al meglio in questi giorni…grazie per tutti questi stimoli!
Molto bene! 😀
E ricorda che aspetto una risposta 😉
Ciao Serena , ti riporto un mio diario
Situazione..serata dopocena…nn sto bene, chiedo se qualcuno dei componenti della famiglia possa mettere a posto la cucina, pare Ke tutti abbiamo da fare…
Emozione: perplessa
Ke problema c’è: se nessuno mette a posto , lascio così com’è,
Cosa significa x me: visto Ke cmq devo ristemare io , almeno lo faccio quando decido io, se poi a qualcuno nn piace , mi possono anticipare con i mestieri 😁
La soluzione l’hai trovata 😉 Capire che problema c’è però, ha un significato un po’ diverso. Guarda bene, ti dici perplessa. Il problema è che vuoi che la cucina sia messa a posto, ma tu non stai bene, così non sai cosa fare. Quella che hai scritto è già una risposta al problema, una soluzione. Va bene, ma è importante che tu ti accorga del passaggio che ti ho mostrato, perché questo è ciò che ti permette di conoscere davvero te stessa e i tuoi pensieri. Lo stesso per l’altra domanda: cosa significa per te il fatto che nessuno metta… Leggi il resto »
In questo momento stavo seguendo il tuo percorso Serena. Emozioni positive ma anche un po’ di tristezza perchè è un peccato in questo periodo col coronavirus non riuscire a fare viaggi in crociera con croupier come dicevi. Riesci a ottimizzarmi qualcosa?
Cosa intendi Dario? Cosa vorresti che ottimizzassi esattamente?
SIT: ho appuntamento ad un orario preciso con i ragazzi,20 minuti prima mi avvisano che posticipiamo di un’ ora
EMO: rabbia
PENSO: approfittano della mia disponibilità, usano il mio tempo, mi organizzo in un certo modo e poi tutto deve essere rivisto
PRETESA:il mio tempo, la mi disponibilità DEVE essere presa in considerazione ed apprezzata, non abusata
REGOLA: sono organizzata, non voglio che si scombinino i miei piani….
Perfetto. La domanda migliore che puoi farti ogni volta che individui una pretesa è: a cosa mi serve?
Se pretendi una cosa è perché pensi di non poterne fare a meno, quindi capire esattamente ciò di cui hai bisogno ti permette soddisfarlo trovando un modo che dipenda esclusivamente da te 🙂
In questo caso, a cosa ti serve che la tua disponibilità sia presa in considerazione ed apprezzata?
Il diario emotivo è per me diventato indispensabile! Oggi ho scoperto una cosa in più: rallentare i pensieri! Cosa intendi? Come ci riesco?
Ti capita mai di avere la testa come un frullatore con mille cose dentro? Quello non è altro che un momento in cui si stanno affollando troppi pensieri. In quel momento puoi fermarti un attimo e dire: calma. E cominci a guardarne uno alla volta. guardalo come se fossi al rallentatore, immagina di percorrere a piedi una strada che di solito percorri in auto. Cosa vedi? Per i pensieri è lo stesso. Ti accorgerai come è fatto e cosa contiene ogni pensiero, potrai porti delle domande osservandolo più da vicino e lasciando gli altri per dopo. Questo significa dilatare il… Leggi il resto »
Si molto più chiaro….credo di farlo già in alcune situazioni più semplici, grazie alla nuova forma mentale che ho imparato grazie al diario, in quelle più “complicate” ci proverò con più determinazione
🙂