In questa guida voglio mostrarti come perdonare una persona e come perdonare se stessi percorrendo 7 passi che ho individuato osservando la mia personale esperienza.
Prima di cominciare però, voglio dirti che perdonare non significa mostrarsi deboli o darla vinta a chi ci ha in qualche modo danneggiato.
Non vuol dire dimenticare ciò che abbiamo subito.
E perdonare qualcuno non significa nemmeno condonare.
Perdonare significa l’esatto contrario di tutto questo e lo capirai meglio più avanti.
Prima di spiegati per bene come puoi imparare a perdonare una persona, te stesso, o te stessa, ma anche ogni evento negativo della vita però, ti spiego cos’è davvero il perdono.
Ecco cosa troverai in questa guida:
Secondo Wikipedia “il perdono è la cessazione di un sentimento di risentimento nei confronti di un’altra persona”
Concordo, ma a me non basta.
Definisco il perdono come processo di trasformazione dell’errore che porta al riconoscimento dell’opportunità nascosta dietro ad esso.
Perché ti parlo di errore?
Il perdono ha senso di esistere solo se esistono tre elementi: una colpa, un carnefice e una vittima.
Una cosa senza l’altra non può esistere e per questo motivo il perdono non può essere parziale.
Se davvero perdoni il carnefice, la vittima e la colpa scompaiono.
Così, se pensi di aver perdonato chi ti ha fatto male, ma ancora ti senti vittima, continui a provare rabbia nei suoi confronti o in qualche modo ti aspetti un risarcimento, allora non hai perdonato, ma solo creduto di farlo.
Ora, ti ho parlato di trasformazione dell’errore…
Immagina che l’errore che hai subito sia un rifiuto.
Intendo proprio una cosa da scartare, da buttare via.
Che si tratti di spazzatura, di un rottame o del letame di una mucca.
Immagina quindi il perdono come una macchina capace di riciclare questi rifiuti trasformandoli in qualcosa di molto più utile, bello e prezioso.
Pensa, conosco un pastore che vende il letame dei suoi animali a una centrale di biomassa che produce preziosa energia elettrica proprio dalla fermentazione del letame! 😀
In un paese vicino a dove vivo invece, c’è la villa di un uomo che gestiva una discarica di rottami.
Ora il suo giardino è adornato di sculture spettacolari fatte proprio con quei rottami che con amore e passione ha trasformato in qualcosa di migliore.
Quei rifiuti che tutti considerano come cose negative, si trasformano in vere opportunità.
E il perdono fa esattamente lo stesso 😉
A volte ci troviamo a dover perdonare noi stessi per errori che abbiamo visibilmente commesso e allora andrà benissimo il processo di cui ti parlerò dopo.
Altre volte però, ci sentiamo in colpa per aver subito l’errore di altri.
Ma come è possibile?
Per avere una colpa dobbiamo aver commesso un errore, ma era l’altro che si stava comportando male con noi. Così questo non avrebbe senso.
O forse sì?
In realtà non abbiamo commesso “attivamente” un errore, ma un errore “passivo” c’è ed è quello di aver permesso al carnefice di ferirci.
Questo ci fa sentire “sbagliati” trasformandoci “vittime colpevoli di noi stessi”. E allora per perdonare noi stessi dobbiamo perdonare il carnefice.
Ed ecco che in un sol colpo di spugna avremo eliminato la sua colpa e il nostro errore di averla subita 🙂
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Siamo soliti credere che se perdoniamo sarà il carnefice a guadagnarci, mentre noi preferiremmo vederlo punito.
Ma guardare oltre alle apparenze, ci mostrerà i veri benefici del perdono e allora saremo disposti e felici di concederlo.
Come detto, senza perdonare l’altro non eliminiamo il nostro errore di aver subito il torto.
Quell’errore che ai nostri occhi ci trasforma in persone “sbagliate”.
D’altronde se una persona ci ha fatto del male dobbiamo avere qualcosa che non va. Altrimenti non l’avrebbe fatto.
Magari ci nascondiamo questo pensiero puntando il dito fuori e accusando l’altro di cattiveria, opportunismo, egoismo o qualsiasi altra cosa.
Dentro di noi però, quell’idea che forse siamo noi ad essere sbagliati, resta e poco a poco ci divora, mentre distrugge la nostra autostima.
Tra le possibili conseguenze quella di non riconoscere i nostri meriti, non accettare di poter imparare dagli errori, di non sentirci degni di amore.
Chi subisce gravi soprusi ad esempio, finisce per vivere nel senso di colpa e pur reclamando amore, non riesce ad accoglierlo, proprio perché non sente di esserne degno.
Ecco allora che perdonare se stessi e uscire da questo circolo perverso diventa davvero necessario per risolvere tutti questi aspetti!
Ma imparare a perdonare ha moltissimi altri benefici che capirai man mano che leggi.
Così adesso è il momento di spiegarti come perdonare perché il perdono possa davvero investire tutti.
Fai attenzione a una cosa però, il perdono non può essere solo un “metodo”.
Così, ti consiglio di leggere questo articolo in cui ti mostro il perdono come un vero e proprio approccio alla vita che devi fare tuo prima di ogni “come” 🙂
Ok, cominciamo? 😀
Per capire come perdonare devi comprendere precisamente ognuno dei 7 passi che ho individuato.
Vediamoli uno per uno 🙂
Sembra banale, ma a volte non è così scontato individuare il carnefice.
Potremmo scoprire carnefici di un passato lontano che portiamo nel presente senza accorgerci.
Non vederlo però non significa che abbia perso potere su di noi, ma determina diverse dinamiche interiori che viviamo.
Potrebbe essere la mancanza di autostima, il costante e apparentemente immotivato senso di colpa, la ricerca di un riscatto a qualcosa che non vediamo e che in certe situazioni ci impedisce di mollare la presa. O ancora potrebbe trattarsi di un diffuso senso di vendetta.
Per identificare il carnefice possiamo ripercorrere il passato alla ricerca di eventuali persone o situazioni che non abbiamo perdonato, ma anche fare chiarezza nei sensi di colpa che ci stiamo ancora trascinando.
Il secondo passo per capire come perdonare consiste nel definire esattamente la colpa che attribuiamo al carnefice.
Anche in questo caso è importante comprendere bene.
Potrebbe infatti trattarsi di un errore subito da noi direttamente e quindi essere piuttosto evidente, ma anche di un errore che investe qualcosa o qualcuno che riteniamo importante.
Potrebbe anche riguardare qualcuno che non conosciamo, ma riteniamo abbia subito un’ingiustizia.
In questo l’errore non coinvolgerebbe direttamente noi, ma principi e valori a cui crediamo e che riteniamo importanti.
Adesso cominciamo a entrare nel vivo del processo del perdono.
Capire come perdonare una persona, passa dall’individuare secondo noi cosa il carnefice avrebbe dovuto fare che invece non ha fatto.
In pratica, dopo aver individuato l’errore che vogliamo perdonare, dobbiamo individuare “cosa” non lo sarebbe stato.
Riferendoci al carnefice, dobbiamo quindi porci questa semplice, ma importante domanda:
Se vogliamo perdonare dobbiamo prima comprendere per accettare e quindi lasciare andare.
Quando abbiamo individuato ciò che avrebbe dovuto fare il carnefice, dobbiamo comprendere il motivo per cui non lo ha fatto.
Per comprendere davvero però, è importante essere aperti e disposti a lasciare da parte ogni giudizio, per guardare alla realtà per quella che è.
Guardarla senza quei condizionamenti che vengono da noi, dal nostro risentimento o dalle altre emozioni negative che potremmo provare.
Comprendere davvero significa molto più di quello che forse potresti immaginare.
Ho scritto un articolo in cui ti spiego il vero significato della comprensione e ti mostro anche esercizi pratici per imparare a comprendere. Leggilo in questa pagina, perché è fondamentale per capire come perdonare davvero.
Solo guardare la realtà in questo modo ci permetterà di vedere le vere motivazioni che hanno impedito a quella persona di agire correttamente.
Evitare di giudicare potrebbe non essere semplice, ma per comprendere l’altro (e non solo) è davvero necessario.
Ecco allora una nuova semplice domanda da porci pensando al carnefice:
Quando troveremo la vera risposta ci accorgeremo che quella persona non avrebbe potuto agire diversamente per via delle circostanze di quel momento.
Oppure scopriremo che non avrebbe saputo fare la cosa più corretta a causa di debolezza o paura. Per ignoranza o insufficiente consapevolezza.
Quando comprendiamo davvero, la realtà che vediamo prende un’altra forma.
La colpa cade e si trasforma in amore, tolleranza e accettazione.
Allora saremo pronti a compiere gli ultimi passi del processo del perdono, quelli che trasformeranno finalmente quell’errore in qualcosa capace di trascenderlo, di qualunque cosa o gravità dovesse trattarsi.
E ora per capire come riuscire a perdonare davvero dobbiamo prendere coscienza della sofferenza che potremmo aver provato.
Che si tratti di rabbia, dolore o altre emozioni negative, non dobbiamo rinnegarla, rifiutarla o respingerla, ma comprenderla, accoglierla e amarla perché si è donata a noi.
Dobbiamo riconoscere che quella sofferenza non è arrivata a noi, ma è arrivata per noi.
Per farci crescere, migliorare e diventare più forti.
Quella sofferenza corrisponde alla forza con cui abbiamo saputo comunque convivere con quella situazione.
Pensa a questo: quando provi sofferenza se non quando stai andando oltre i tuoi limiti?
Se ti è capitato di andare in palestra per esempio, avrai notato che con l’allenamento riesci a sollevare pesi sempre più grandi. Ma questa forza e capacità si sviluppano man mano che superi te stesso, o te stessa, andando sempre oltre ai tuoi limiti.
È quando senti la fatica che la tua forza aumenta.
Ed è esattamente quanto accade ogni volta che nella vita provi sofferenza 😉
Senza la sofferenza che hai provato non saresti la persona forte che ora sei, anche se ancora non te ne sei accorto, o accorta.
Senza di lei non potresti diventare la persona forte che sarai se solo sarai disposto, o disposta a comprenderla.
Così, quando provi sofferenza, accoglila perché quando arriverà il perdono e scenderà la pace su tutto, allora ti accorgerai di quanto puoi essere immensamente grato, o grata di averla vissuta.
Quella sofferenza è arrivata per migliorarti la vita e senza di lei, in qualunque modo saresti “meno” di quello che ora sei 🙂
Se guardiamo bene a chi eravamo prima di quanto è accaduto e se guardiamo bene chi siamo ora, se siamo disposti a guardare alla realtà senza giudizio, ma con la sola e sincera intenzione di capire, allora potremo riconoscere che tutto quello che ci ha ferito ci ha anche fatto crescere.
Prova a porti queste domande guardando a chi sei ora e non saresti stato, o stata senza quell’evento:
E per renderti conto di chi sei ora e non saresti stato, o stata senza quello che hai vissuto devi poter riconoscere ciò che hai guadagnato. Questo significa che devi necessariamente imparare a conoscerti per bene.
Prima di proseguire allora prova a fare questo test.
Ti aiuterà a capire se ti conosci abbastanza da poter cogliere la crescita che ogni situazione inevitabilmente ti offre 🙂
Per vedere tutto questo, oltre a guardare alla realtà per quella che è, è importante che ci impegniamo a lavorare per crescere, indipendentemente da quello che è accaduto.
Solo così potremo davvero diventare consapevoli di quante forza, capacità e qualità ora abbiamo e non avremmo avuto senza quella situazione.
Ecco allora che diventa indispensabile sviluppare e allenare una visione positiva della vita e delle dinamiche che ne fanno parte, ma perché il perdono assuma quella forma di immensa grandezza e potere, resta da fare un ultimo passo: il dono.
Non è un caso che la parola perdono contenga i due termini “per” e “dono”.
Quando capisci come riuscire a perdonare ti accorgi che tutto quello che hai ottenuto non può stare lì senza essere usato! Sarebbe finito, inutile, sprecato.
Devi pensare a ciò che guadagnerai dal perdono come fosse un investimento in banca.
Accumulare ricchezza ci rende ricchi, ma quanto più ricchi ci renderà investirla?
Col perdono è lo stesso.
Possiamo investire tutto il nostro guadagno per metterlo a disposizione.
Per-donarlo in definitiva, perché altri possano trarne beneficio e metterlo a loro volta a disposizione di altri, e poi di altri e di altri ancora, dando al perdono un valore infinitamente più grande.
Capisci come perdonare ci possa rendere ricchi?
“dare significa essere ricchi. Non quello che ha molto è ricco, ma colui che dà molto”
– Erich Fromm – l’arte di amare –
Il perdono non è che la forma più alta e nobile dell’amore e quando arriverai a questo potrai dire di avere finalmente perdonato.
Fai subito questo test ideato da Giacomo.
Prima ti impegnerai ad applicare questi sette passi, prima arriverà il perdono.
E se la persona che vuoi perdonare sei proprio tu per un errore che hai commesso ai danni di qualcuno, non aspettare un solo secondo.
Applica questi passi rivolgendoti a te stesso, o te stessa appena ti accorgi di aver sbagliato.
Fallo subito! E il tuo perdono sarà davvero molto efficace e costruttivo.
Per riuscire a perdonare una persona dobbiamo guardare ogni cosa che abbiamo e non avremmo avuto se non avessimo vissuto ciò che ora vediamo come un torto.
Quell’evento ci ha offerto l’opportunità di diventare migliori, ma grazie ad esso potrebbe anche essere nato qualcosa di importante.
Mi viene in mente la nascita di un figlio che amiamo, la conoscenza di una persona che ora è un caro amico, il riavvicinamento di qualcuno che avevamo perso di vista, un nuovo lavoro o qualsiasi altro possibile guadagno.
Ma per imparare a perdonare davvero, dobbiamo imparare fin da ora a guardare al positivo che già c’è nella nostra vita.
Dobbiamo lasciarci alle spalle i torti che abbiamo subito e che ancora ci trasciniamo, non per dimenticare, ma per imparare a vivere il presente con tutto quello che ha da offrirci.
Capire come perdonare veramente significa sviluppare e allenare una visione positiva fin da adesso.
Farlo quando la situazione ti ha già colpito renderà tutto molto più difficile.
Ho scritto una guida pratica e approfondita per aiutarti a sviluppare la giusta visione.
Ti consiglio vivamente di leggerla perché ti sarà davvero d’aiuto 🙂
È questo il passaggio che rende concreto e reale il perdono.
Questo il momento in cui il perdono smette di essere un condono o quella polvere che nascondiamo sotto al tappeto, pronta a riemergere alla prima occasione.
Semplicemente la colpa sparisce per effetto della trasformazione dell’errore in ogni cosa positiva di cui ora possiamo godere, proprio grazie a quel torto che ora potremmo anche benedire 🙂
E per imparare a perdonare è davvero importante che impari a guardare alla situazione dal punto di vista migliore.
Quando sentiamo di aver subito un torto siamo soliti guardare al colpevole puntando il dito su di lui.
Prova a farlo praticamente: punta il dito in una direzione. Cosa vedi?
Vedi tutto ciò che compone la tua visuale o vedi solo ciò che stai indicando?
Puntare il dito significa concentrarsi sull’accusa precludendosi la possibilità di vedere tutto il resto.
Ma la realtà non è tutta in quel punto, c’è molto di più che puoi vedere.
Se guardi in questo modo stai guardando dal punto di vista della Terra, alba e tramonto, ma prova a guardare dall’alto…
“Osservando le cose dalla prospettiva del pianeta Terra esisteranno giorno e notte […]
Il Sole invece non conosce alba né tramonto […]
Tutto ciò che si osserva con gli occhi del sole risulta illuminato”– Daniel Lumera –
Se guardi dal punto di vista del sole c’è l’oggetto della tua accusa, ma ci sei anche tu che la stai vivendo.
Carnefice e vittima.
Capire come perdonare vuol dire riprendersi il potere di usare al meglio questa relazione.
Non conta quello che succede, ma come tu lo usi.
Così, dopo aver visto la realtà nel suo complesso, smetti di guardare al torto e guarda a te che lo stai vivendo.
Ora sei nel punto di vista del sole e puoi porti due domande:
Ogni situazione contiene insegnamenti e possibilità che puoi sempre trovare ed accogliere perché non vadano sprecati.
Cogliere ogni opportunità che si presenta dipende solo da te e dal punto di vista in cui decidi di porti.
Fino ad ora ti ho spiegato come perdonare un errore commesso ai nostri danni da altri o da noi stessi, ma cosa fare se chi ci ha fatto male continua tutt’ora a danneggiarci?
Il processo funziona allo stesso modo applicandolo a ogni offesa del carnefice e se l’offesa è continua, possiamo imparare come perdonare nel mentre.
Per farlo però, dobbiamo eliminare la sofferenza.
Ti ho spiegato che la sofferenza non è che la misura della forza che abbiamo saputo sviluppare in una certa situazione, ma quando ne restiamo immersi diventa un problema.
Mentre soffriamo sarà impossibile percorrere i 7 passi del processo, perché il bisogno di liberarci della sofferenza verrà prima di tutto.
Quando c’è un bisogno tutto il resto passa in secondo piano, sempre.
Pensaci, non saresti disposto, o disposta a fare cose che ora non ti sogneresti neanche se stessi morendo di fame o di sete?
Faresti di tutto pur di soddisfare il tuo bisogno di cibo e acqua fino a dimenticarti o a mettere da parte ogni cosa, principio o valore per te fondamentale fino a quel momento. Sbaglio?
Così, per perdonare quando l’errore continua a ripetersi c’è solo una cosa che possiamo fare, imparare a gestire le nostre emozioni per eliminare quella sofferenza che altrimenti verrà sempre prima a tutto il resto.
Imparare a gestire le proprie emozioni è certamente un percorso importante che comincia dal prenderne consapevolezza, mentre conosciamo noi stessi. Cose ovvie, ma non per questo semplici o scontate.
Per gestire le emozioni è anche necessario capire cosa sono, come funzionano e come nascono.
Intanto puoi guardare questo video, ma ti consiglio di leggere l’approfondita guida che ho scritto proprio per insegnarti come gestire le emozioni negative 😉
A questo punto potremo davvero comprenderle per capire che non dipendono mai da quello che viviamo, ma da quello che pensiamo della situazione stessa a partire dalle regole che abbiamo fatto nostre e attraverso le quali giudichiamo la realtà.
Come detto, imparare a gestire le emozioni richiede un lavoro a sé, ma c’è qualcosa che puoi fare fin da ora.
Devi sapere che proviamo emozioni negative ogni volta che:
Una regola è tanto più rigida quante più sono le condizioni che si devono verificare per soddisfarla.
Una regola rigida dice che esiste solo un modo per cui quella situazione possa andarci bene e tutti gli altri no.
Chiaro che a questo punto proveremo emozioni positive solo se tutto è perfetto!
Rendere flessibile una regola comincia dal considerare ammissibile che le cose possano andare anche in un modo diverso da quello che avremmo voluto.
Ammetterlo significa trasformare una pretesa in una preferenza.
A questo punto potremmo accettarlo e seppur questo potrebbe (e sottolineo potrebbe) non farci sprizzare di gioia, eliminerà di certo quella sofferenza che altrimenti avremmo provato.
Guardare nella direzione sbagliata invece, come già ti ho accennato parlando di visione positiva, significa che tutta la nostra attenzione finisce su quello che non va bene, mentre ci perdiamo quello che è comunque positivo, che ci concentriamo su quello che non possiamo fare, invece che sulle possibilità che abbiamo nonostante tutto, significa che guardiamo a quello che manca invece che a quello che c’è.
Tutto ciò che non funziona esiste, ci mancherebbe, ma non cancella quello che comunque c’è e che va bene.
Ecco perché cambiare prospettiva ci permetterà, se non di eliminare, quanto meno di alleggerire la sofferenza che proviamo aprendoci la strada all’accettazione, alla comprensione e quindi al perdono.
Impara ora a mettere in pratica questi piccoli aspetti per gestire tue emozioni negative, fallo sempre e capire come perdonare chi continua a farti male diventerà molto più semplice.
Molti mi chiedono quando potranno dire di avere perdonato davvero.
Potrai dire di aver perdonato quando sentirai di poter dire GRAZIE a ogni cosa che hai subito.
Ma il senso più vero e profondo del perdono arriverà quando sentirai la forte spinta di restituire al mondo ciò che ora senti di avere guadagnato proprio grazie al tuo perdono.
Quando accade ti elevi a un livello sempre superiore e allora senti che arriva davvero la pace.
Maggiore sarà la tua autoconsapevolezza, più elevati saranno i livelli che riuscirai a raggiungere.
Nel suo libro “I 7 passi del perdono” Daniel Lumera afferma che “durante il processo del perdono il salto vibrazionale avviene quando […] non ci si ferma a questa esperienza positiva, ma si dona anch’essa, creando lo spazio necessario affinché possano manifestarsi consapevolezze sempre più profonde”
Solo se doni crei lo spazio per crescere di più…
“abbiamo mai pensato che quando stiamo veramente bene, potremmo stare benissimo? E quando stiamo benissimo abbiamo mai pensato che potremmo sperimentare la beatitudine? E se abbiamo sperimentato la beatitudine abbiamo mai pensato che potremmo donare anch’essa e vedere cosa c’è oltre?”
Quando capisci come perdonare veramente, diventi l’ultimo anello di una catena infinita di colpe che si trascinano nel tempo da una persona all’altra.
Senza perdono nessuno cresce e le colpe si stratificano.
Perdona tua madre. E i tuoi figli non avranno bisogno di perdonare te, perché non ripeterai il suo errore, ma donerai l’opportunità che hai saputo cogliere facendo spazio a qualcosa di ancora migliore.
Perdona tuo fratello. E gli donerai la possibilità di perdonare i suoi figli, i suoi amici e ogni persona che potrebbe fargli un torto perché avrà imparato chi si diventa e cosa si guadagna ottenendo il perdono.
Perdona sempre chi ti ha fatto male. E avrai spezzato quella catena fatta di vittime, di vittime, di vittime di altre vittime…
Solo allora quella catena finirà di essere un inutile sacrificio e diventerà il migliore degli investimenti.
Quell’investimento a cui tutto il mondo intorno a te, chi sta attorno a chi ti sta intorno e ancora oltre, potrà dire di essere grato attraverso di te.
Perdona chi ti ha fatto male e allora sperimenterai l’apoteosi dell’amore e una vera pace infinita.
Non sono parole, io l’ho sperimentato veramente 🙂
Vuoi diventare più forte di qualunque problema? Mettere in pratica quello che scrivo non è facile. Ma è possibile. Come Mental Coach posso allenarti in questo. Non un semplice miglioramento della tua vita, ma diventare tu, PER SEMPRE, una persona capace di affrontare qualsiasi problema senza che nulla possa abbatterti o fermarti. Lo facciamo insieme?
5 Verità sulla Tua Vita
Ci sono 5 verità che ti riguardano da vicino e che in questo momento stanno decidendo chi sei, se sei felice, perché hai trovato il mio sito.
In cinque semplici domande ti aiuterò a capirle, scoprirle e dominarle.
Ciao…sono capitata oggi sulla tua pagina per caso, cercando un illuminazione che mi dicesse in cosa consiste il perdono. Perché per quanto io mi sforzi di lasciare andare, prenderla con ironia, quando anche solo ricevo un messaggio da colui che mi ha fatto del male(classica storia tradita e abbandonata con figlia a carico di cui si occupa una mezza gg a settimana e a parer suo è padre dell anno)io mi innervosisco, mi ferisce sapere che lui continua la sua vita come un ragazzino divertendosi, ed io continuo la vita iniziata con lui, ma senza di lui. Ho messo sulla… Leggi il resto »
Ciao Marta, hai messo sul piatto pro e contro, quindi hai osservato conseguenze positive e negative di quello che è accaduto. Bene, per riuscire a perdonare devi lasciare andare il passato e questo vuol dire pensare solo al presente che del passato porta con se, non tanto i fatti, quanto le conseguenze di quei fatti, quelle che tu ora vivi e vedi. Per lasciare andare il passato puoi fare due cose: – imparare a godere di ciò che di positivo ora c’è proprio grazie a quel passato (i pro) – mettere tutta la tua attenzione sul gestire al meglio le… Leggi il resto »
Grazie per avermi risposto!! in effetti è quello che faccio…canto…tanto e continuamente…è come se mi anestetizzasse la mente ed i pensieri.più sono giù e più ho la musica alta e canto forte.ma la mia domanda è:in cosa consiste il perdono?quando potrò dirmi che ho perdonato, se comunque il perdono non consiste nell’approvare, scusare, non tanto quello che ha fatto(non posso obbligarlo ad amarmi) ma come lo ha fatto,(le parole che ha usato, l’insensibilità usata come se fossi un estranea) ?non provare più sentimenti negativi quando ho a che fare con lui?ma se fa e dice cose che mi infastidiscono come… Leggi il resto »
Potrai dire di avere davvero perdonato quando non proverai più emozioni negative nei confronti di quella persona, né nei tuoi; quando ogni emozione negativa si sarà trasformata in amore 🙂 E qui la chiave è quella di comprendere veramente l’altro. Non per approvare, scusare, condonare o subire. Tutt’altro! E’ solo comprendendo davvero che puoi accettare la realtà e solo così la puoi vedere lucidamente e affrontarla con serenità. Anche per difenderti se sarà necessario. Ma questo lo puoi capire davvero solo quando avrai compreso e accettato veramente 🙂 Per fare questo passaggio ti consiglio di leggere quest’altro articolo 🙂 Riguardo… Leggi il resto »
eee…il comprendere consiste nel capire che ha preferito altro a me…che non ha continuato a scegliermi, come io ho fatto con lui, a scegliere la nostra famiglia…e ora, a parte il mio dolore personale è più grande il dolore di vedere mia figlia piangere e soffrire…e c’è la rabbia di vedere con che superficialità lui affronta tutto questo con la scusante che succede a tanti e che anche mia figlia se ne farà una ragione e vivrà felice e contenta in una famiglia allargata. Razionalmente capisco che meglio così che avere al mio fianco una persona infelice, ma nello stesso… Leggi il resto »
Hai capito la realtà, Marta, hai preso atto di quello che è avvenuto, ma non hai compreso i motivi che stanno dietro alle azioni che ha commesso quella persona. La chiave è qui ed è da qui che passa tutto il resto 🙂 Nei passi per arrivare al perdono, ti chiedo di porti questa domanda: cosa avrebbe dovuto fare il carnefice che non ha fatto? E poi quest’altra: per quale motivo non è riuscito o non ha saputo farlo? Queste sono le domande che aprono la porta alla comprensione, ma di sicuro comprendere non è facile, perdonare meno ancora. Se… Leggi il resto »
Faresti questo per me?grazie☺️. Mi sento sempre sulle montagne russe, oggi al 100%,magari pomeriggio cado al 0%…il peggio é farmi vedere piangere da mia figlia, ma nn riesco a trattenere le lacrime alcune volte. Poi il giorno dopo mi rialzo… Ma che fatica🤦🏻♀️
Certo che lo farei Marta, a me piace aiutare le persone 🙂
Tu scrivo in privato, dai 😉
Ho provato più volte a raggiungere la emozione di perdono, qualche volta mi sono avvicinata molto e poi tornata su le vecchie vie. Provare quella emozioni di profonda pace e amore verso le persone che mi hanno fatto del male era davvero fantastico, ma come ho detto è durato poco. Oggi non ci penso molto, non pensando , non soffro e non mi faccio male da sola, anche perché so che sia sbagliato provare queste emozioni negative con quali facciamo male solo a noi stessi.Stranamente non ci penso mai di perdonare a me stessa e vedo sempre e solo il… Leggi il resto »
Io credo che tu sia sulla buona strada per perdonare. E quando perdoni, poi perdoni tutto e tutti.
Se perdoni te stessa non sei più vittima e non può esistere carnefice senza una vittima.
Ed ecco che il perdono è completo 🙂
Ora pensa a vivere, comprendere e cogliere le opportunità. E troverai il dono.
Ci siamo quasi 😉
🙏🏻❤️
Ciao Serena, a volte perdonare è più semplice, spesso mi sembra impossibile…..come potrà mai la mamma di Willy perdonare chi ha massacrato suo figlio e come potrà Eitan perdonare chi con tanta leggerezza ha reso possibile la tragedia che stiamo vivendo? Come potrà mai dire grazie per le cose che è costretto a subire?
Ti abbraccio….
Di certo non è sempre facile e le situazioni di cui parli sono certamente tra le più impegnative, ma perdonare è sempre possibile se si guarda nel modo giusto alla realtà. Così, finché queste persone si fermeranno a puntare il dito sull’ingiustizia, quella vedranno. Ma se solo decideranno di farne qualcosa di migliore, di cogliere l’opportunità che c’è in essa, allora scopriranno quanto ciò che gli accaduto sarà la cosa migliore che sarebbe potuta succedere e rinasceranno in persone migliori. Leggi questo articolo intanto 😉 E ricorda anche che questo vale anche per chi osserva da fuori. Invece di guardare… Leggi il resto »
Wow, molto belle queste parole!
Mi piace la frase sulla beatitudine, che una volta “raggiunta”, si è mai pensato di donare anche quella e vedere cosa c’è oltre?
Bello!
E il bello è che molto più di una frase, è proprio così 😀
Ciao Serena! Io volevo perdonare me stessa per non essere stata una brava madrina, e per brava intendo presente… L’altro giorno ho portato l’uovo a Francesca con l’intenzione di esserci anche se solo per una semplice consegna, mettendoci tutto l’amore che sentivo. In parte mi sono sentita ridicola per comparire solo nelle feste,ma so in cuor mio che per me non è stata una semplice consegna di rito ma un gesto sentito e vissuto per farle sentire la mia presenza.. La mamma è stata contenta, era in casa per covid e non sono entrata, ma l’ho sentita più vicina! Appena… Leggi il resto »
Bello! 😀
Vero che la tua visita ha coinciso con una festa, ma tieni presente che si tratta di una pura casualità. Se non ci fosse stata di mezzo la Pasqua avresti comunque trovato il modo di offrire la tua presenza, o no?
Tu lo sai, sai di aver agito con le giuste intenzioni. Perfetto questo è quello che conta, quello che potrebbero pensare gli altri è un problema loro e forse non immagini nemmeno la cosa giusta 😉
Ancora non sono arrivato alla parte sul perdonare se stessi ma a volte come mi è capitato ci illudiamo di averlo fatto mentre in realtà confessiamo a tutti la nostra colpa per autometterci in cattiva luce perché in fondo vogliamo punirci per quello che abbiamo fatto
Ciao Luigi! 😀
Sì, è vero quello che dici. Ti chiedo, mentre confessavi la tua colpa eri nella convinzione di esserti perdonato o dentro di te sapevi che il motivo era un altro?
Vuoi dirmi qualcosina di più?
Tra le motivazioni, voglia di cambiare diventando più sincero, togliersi un peso, e forse volontà di ferire l’altro come tardiva reazione a quello che l’inconscio ancora percepisce come un abbandono
Il fatto di volersi togliere un peso indica che ancora un peso c’é e che quindi il perdono non è arrivato, ok.
Però la voglia di punire l’altro mi da modo di credere che forse hai cercato di perdonare te dimenticandoti che a portarti a commettere l’errore è stato qualcun altro. Se così fosse, forse è da li che bisogna cominciare.
Hai pensato di perdonare la persona da cui senti di essere stato abbandonato? Ci hai provato?
Si certo. Ogni giorno in cui ho avuto consapevolezza che le cose non sarebbero più andate
Ok, però l’inconscio lo percepisce ancora come un abbandono.
Forse superficialmente hai capito, ma ancora non hai compreso con l’anima.
C’è ancora qualcosa che non accetti.
Prova a riflettere su questo: tu pensi di essere stato abbandonato? E se è così, cosa significa questo per te?
In realtà probabilmente il mio inconscio non accetta che la mia ex abbia interrotto un progetto di vita durato 20 anni e in alcuni momenti critici riaffiora in maniera prepotente la voglia di tornare nella comfort zone. È molto più difficile e impegnativo fare capire all’inconscio che si può ripartire perché la realtà cambia e i progetti semplicemente mutano.
Ricordo questa incoerenza tra conscio e inconscio già dal percorso che avevamo fatto insieme. Domani in newsletter ti dirò qualcosa in più sulla funzione dell’inconscio, ma considera che l’inconscio funziona come il navigatore della tua auto. Se hai impostato una mappa, lui seguirà quella finché non la cambi, anche se tu vorresti andare altrove. La registrazione delle informazioni avviene per ripetizione e tu puoi educarlo al tuo nuovo punto di vista ripetendogli il ragionamento razionale ogni volta che lui ti remerà contro per portarti dove lo hai abituato ad andare. Quindi, ogni volta che lui ti porta a pensare all’abbandono,… Leggi il resto »
Molto chiaro. Ed in effetti è il lavoro che sto facendo, ma a volte tra stanchezza e tensioni, capita sovente di non essere presente a me stesso e ricado nel loop. Fortunatamente ho interiorizzato che sbagliare non è sbagliato e mi osservo o almeno ci provo e riparto da lì
Chiaro, stanchezza e debolezza (lo stress ti porta lì) non sono certo le condizioni ideali per poter lavorare al meglio su te stesso perché proprio in quei momenti entri in fase risparmio energie e lasci lavorare il tuo inconscio che ti porta dove sa 😉 Non riesci ad essere presente a te stesso dici. Ecco l’errore sta qui. Essere presente non significa che ti rimbocchi le maniche e ti inventi le energie che ti mancano, significa che ti accorgi di come stai e che stai così per un motivo preciso. Allora ne prendi atto e semplicemente accetti le tue condizioni… Leggi il resto »
Grazie mille Serena. Spero di vederti presto di persona 😉👍🏻
Anch’io! 😀
È TARDI
Per chi molla lo è sempre…
👍
Ciao Serena! Grazie! Molto bello questa tua visione che il sacrificio sia arrivato proprio perchè la persona che riceve quella prova è l’unica che potrà trarne un insegnamento particolare. Una bella responsabilità, ma anche un bellissimo stimolo. Il perdono verso me stessa è più vicino, lo devo ancora sperimentare pienamente ma l’idea che un mancato perdono è qualcosa di sprecato per me e per qualcun altro non ha senso… Donare, donarsi, perdonare per donare ciò che abbiamo imparato… Si può arrivare a farlo abbandonando ogni pretesa ogni paura probabilmente…e questo è ciò che mi auguro per il mio futuro! Grazie… Leggi il resto »
Vero, se impari a perdonare la paura non ti fa più paura (scusa il gioco di parole), perché sai che altro non è che un’opportunità.
Lo definirei un salto quantico! 😀
Benissimo Paola, mi fa davvero piacere 🙂
GraZie Serena x questo percorso sul perdono, mi ha fatto piacere rileggere, riflettere e approfondire il tutto! La consapevolezza credo che sia alla base di tutto, ! Bisogna sempre avere la capacità di vedere la realtà x quella che è, comprendere e capire ! Grande Serena!😁
Mi fa molto piacere! E considera che ci sono ancora un po’ di cose da vedere 😉
Ottimo, sarò felicissima di apprendere il tutto ☺️
😀
Ciao Serena!
Che bello questo passaggio…
La forza cresce grazie alla sofferenza!
Sicuramente è così, ma bisogna proprio riuscire a vederlo ed a riconoscersi.
Spesso penso che nostra rabbia, nonche’ paura, possa accecare e ci vuole umiltà per andare oltre o sbaglio?
O forse più forza che umiltà?
Grazie!!
Io credo che ci voglia consapevolezza, vedere le cose per quello che sono. La forza c’è, lo hai dimostrato o non saresti qui a raccontare di quello che hai vissuto e per cui hai provato sofferenza 😉 Credo abbia più senso parlare di umiltà e, comprendendo e accettando la realtà invece che farci la guerra, renderti conto che quello che ti ha fatto soffrire ti ha davvero migliorato. Comprendere davvero è ciò che ti permette di accettare per vedere, ma se lasci spazio all’orgoglio non potrai comprendere. L’orgoglio se ci pensi serve ad affermare il tuo valore che non vedi… Leggi il resto »
Mi piace molto quando scrivi che la consapevolezza e il comprendere aiutano ad accettare meglio cio’ che ci e’ Successo e la sofferenza provata e che magari non ci ha proprio lasciato del tutto. Io grazie a questo percorso sto cercando di perdonarmi. Ho molta gratitudine perche’ sono una persona migliore e cio’ che ho vissuto mi ha cambiata credo per sempre. Sto lasciando perdere gli altri, alcuni nemmeno capirebbero, ma sto dando spazio a me affinché io possa davvero cogliere il meglio da tanta sofferenza. Ho imparato il perdono per me stessa e il donarlo agli altri. Sto imparando… Leggi il resto »
Grazie a questo percorso, ma soprattutto al tuo impegno e alla tua voglia di metterti in discussione 😉
Benissimo! 😀
Grazie a te Serena che mi stai aiutando tantissimo.
Serena, come ho scritto nei messaggi precedenti, io grazie a questo percorso che ho preso molto seriamente , mi sento molto cambiata dentro, cioè nella visione che ho adesso delle cose e di me stessa in merito al perdono.
Credo di poter migliorare ogni giorno, diventare più forte, non ho bisogno delle scuse di chi mi ha fatto del male e sto imparando a perdonare e capire me per la mia sofferenza.
Il mio sacrificio ne è valso la pena e con i consigli, le dritte e ogni tanto le “tirate d’orecchie” posso ancora migliorare.
Grandioso Sarah! 😀
Mi viene in questo momento di soffermarmi sulla domanda di uno punti precedenti . “Cosa avrebbe potuto fare che non ha fatto ?” Amare se penso al carnefice , essere “sveglia” se penso alla vittima. Siccome una fase in cui pensavo di essere riuscita a perdonare il carnefice l ho superata , considerando le sue paure e le sue miserie , oltre al fatto di non conoscere veramente l Amore, e di saperlo esercitare fino in fondo, cosa che , umilmente lo dico, ci accomuna , direi che posso passare alla fase successiva, quella in cui da vittima mi dico… Leggi il resto »
Le tue parole non sembrerebbero fare una piega. Se è vero che oggi sai amare senza pretendere nulla, se gli altri non sono in grado di farti sentire invisibile, allora potresti solo avere bisogno di diventare consapevole di te stessa, di quello che viene da te e del fatto che lo hai fatto tu. Spesso facciamo molto, diamo il meglio di quello che potremmo dare, siamo le persone migliori che potremmo essere, ma non ci rendiamo conto che tutto ciò che viene da noi. Quando accade non sentiamo il valore che esprimiamo proprio in questo modo e non vedendolo, non… Leggi il resto »
Ciao Serena grazie mille per la risposte e le tue riflessioni. Salve a tutti . Voglio sottolineare di non pensare affatto di aver raggiunto l’obiettivo , cioè impostato ad amare , di saper amare . Non lo scritto e non lo penso . Non per niente ho anche detto che sento ancora la sofferenza e che non riesco a volare per quel bisogno credo di essere amata. Mi sento ancora piuttosto invisibile e ben poco compresa dai miei carnefici e ancora , in cuor mio ne ho dolore. Avrebbero dovuto saper amare (ma come pretenderlo) e avrei dovuto riconoscere ed… Leggi il resto »
Scusa, avevo inteso male quando avevo capito che dicevi di aver imparato ad amare. Errore mio 🙂
Ora ti faccio una domanda…
Dici che quando fai gesti gratuiti per le persone che ti hanno fatto male e vedi la loro indifferenza dubiti di te stessa.
Ti chiedo: quei gesti sono davvero gratuiti o li fai per avere la conferma di non essere inutile? A darti senso è l’amare o che le tue azioni vengano riconosciute utili?
In altre parole, conta l’azione o quel ne pensano gli altri?
Ciao. So cosa intendi . Credo però entrambe le cose ancora. Penso che se le azioni , i gesti d’amore , corrispondano ad una reazione positiva da parte di chi le riceve , credo allora mi stia muovendo nel modo giusto . Le stesse identiche azioni sono invece lasciate morire , rifiutate , quasi sfottute , proprio da loro. Perché ? Sai quante volte sono stata lì a dire basta con ste persone . Comprendono o non comprendono è un problema loro . Fatto oggettivo è che sicuramente io ci sto male. L’indifferenza è una cosa che disarma e uccide… Leggi il resto »
E quando fai del bene per le persone che non conosci, anche in quel caso dai importanza al loro riscontro?
Dici che non ti aspetti nemmeno un grazie da loro, anche se poi comunque magari arriva.
Ma se quella cosa non gli facesse effetto? Se cadesse nel nulla e vedessi che non ha prodotto nessun risultato? Anche in quel caso ci stai male o con loro no?
No . Con loro no. Dalla loro bocca non è mai uscito un ti voglio bene . E con loro non c’è stato nulla che mi abbia portato a sentirmi usata per il loro egoismo o presa in giro per le loro bugie.
Perciò sento che quello che faccio viene preso con purezza e disinteresse. Io non mi aspetto nemmeno un grazie e se arriva , nemmeno me ne vanto .
Perciò NO con questi perfetti sconosciuti , non ci sto male
Ok, allora, parli di gesti d’amore, ma li fai per ricevere in cambio qualcosa (o non ci staresti male vedendo la loro reazione negativa o indifferente). Cosa esattamente? Può essere che desideri che loro cancellino la loro colpa di non averti amato dimostrando di amarti ora?
Come a dire, se non mi hai voluto bene quando dicevi di volermene, almeno fallo adesso.
Insomma, un modo per riscattare la colpa, per mettere in pari le cose. Che ne dici, potrebbe essere?
Si . Potrebbe essere . Una forma di riscatto . Mettere a pari . Però non necessariamente dimostrandomi amore ora (non credo ne sarebbero capaci) ma rendersi conto non lo abbiano fatto allora . Almeno questo
Bene, rifletti su questo allora: a cosa ti serve che se ne rendano conto?
Evidentemente a nulla di positivo, a star male con le mie stesse mani .
Regole inconscie che devo rendere conscie e valutare se trattenerle o no .
“conoscere le nostre regole ci permetterà di conoscere le nostre emozioni in risposta ad ogni situazione e da quelle il motivo per cui compiamo una certa azione piuttosto che un’altra.”
Vero ma io non ci riesco .
Non riesco a fare ciò che suggerisce Matteo. Staccarmi dalla realtà ed osservarla . Non bastano 15 GG di griera almeno non a me . Non mi sono bastati .
Certo, osservare se stessi e trovare le regole più inconsce non è semplice, è per questo che ti ho posto la domanda precedente: a cosa ti serve?
Se provi a rispondere evitando di chiudere con un “a nulla di positivo”, se cerchi di capire cosa succede dentro di te, allora stai andando proprio a cercare nel tuo inconscio 😉
Proviamo a cambiare la domanda: cosa ci guadagneresti se gli altri si rendessero conto dei tuoi gesti amorevoli nei loro confronti?
Forse due soddisfazioni. Una che arrivino a RENDERSI CONTO DEL MALE CHE MI HANNO FATTO, comprendendo che i loro gesti non erano niente affatto gesti di amore ma di interesse personale. Di egoismo puro. Sto parlando di persone “importanti” : di mia madre che ha condizionato tutta la mia vita togliendomi la libertà e nei suoi atteggiamenti lo fa ancora adesso ( mi soffoca) ; del padre dei miei figli , mio marito ancora non ex, che non ha fatto altro che proseguire l’opera di mia madre , facendomi passare da una galera ad un altra , un burattino ,… Leggi il resto »
Certo, sarebbe meglio smettere. Di perdonare? No di certo, di cercare di cambiare gli altri offrendogli il tuo aiuto che loro non vogliono 😉 E’ bellissimo che provi a migliorare la loro vita, ma se non lo vogliono fare, questo non dice nulla su di te e sulla bontà delle tue azioni, dice solo che loro non vogliono. Punto. Certo che per accettare questa cosa devi passare dalla comprensione vera, quella sincera e profonda, per capire che se non vogliono cambiare hanno un motivo estremamente valido per farlo. Un motivo giusto? Non lo so, forse no, ma di certo valido… Leggi il resto »
“…bruciare nel loro senso di colpa, o no? 😉 E’ quello che vuoi?” No Serena assolutamente no . Non è quello che voglio , non mi sentirei soddisfatta di questo (mi sembra di aver detto altro) e nemmeno cinica da privarci gusto . Credo solamente che se uno si “RENDE CONTO” veramente dello sbaglia , cioè ha reale cognizione della cosa , sappia anche redimersi e chiedere scusa (“non è il mio obiettivo che mi chiedano scusa a modi di supplica”) a me non interessa che lo chiedano a me ma più che altro lo chiedano a loro . Anche… Leggi il resto »
Comprendere è già un passo del percorso, esattamente il numero 4 😉
Ad ogni modo, sì. Il punto è quello, oltre al fatto di renderti conto che tu hai la responsabilità delle tue emozioni e del perdono che tu puoi offrire a te stessa e agli altri. Le emozioni e il perdono degli altri è affar loro e tu non hai nessun potere in merito.
Ognuno è responsabile della propria felicità che nessun altro potrà mai dargli. MAI.
PS. Scusa . Mi viene da aggiungere.
Il consiglio di lasciar perdere , SMETTERE , lo prendo in esame sul serio . L’inizio di saper ACCETTARE è appunto non. Ostinarmi a far diventare tondo ciò che vuole rimanere quadrato.
SMETTO. Ma smetto smetto . Lo devo promettere a me stessa. 🙅 Chiuso . Stop. A sto punto Non so proprio come riuscirò anche solo a sfiorare l’idea del perdono.
Comunque poi penso a Gesù deriso, flagellato, e crocefisso e mi viene solo da fare un dignitoso e rispettoso SILENZIO.
Grazie Serena.
Buona giornata a tutti
PS. Quando succede di ricevere da questi indifferenza , incomprensione e addirittura astio e accuse è lì che a volte mi metto a pensare a Gesù, al suo sacrificio, alle sue sofferenze , alla sua umiliazione , alla sua crocifissione e alla sua morte . È in quel momento che mi vengono in mente le sue parole, scritte nel vangelo “Padre, PERDONALI, poiché non sanno quello che fanno” (Luca 23, 34)
Allora quel senso di stanchezza e quella voglia di smettere , spariscono e rimetto di nuovo all’opera, senza mollare.
Perché “chi non molla , non perde”
Ciao Serena, bisogna vedere come ognuno di noi vede il perdono. Io continuo a vederlo come le scuse che noi chiediamo a qualcuno quando sbagliamo per errore, ma quando consapevolmente si fa qualcosa che l’altro per le sue regole non comprende, si esercita la propria libertà personale e chiedere perdono mi sembra falso, piuttosto chi si sente offeso dalla libertà dell’altro deve lavorare per capire che forse anche quella è una grande pretesa che noi umani amiamo esercitare sui nostri simili.
Forse il pensiero è un po’ contorto….
Ma il perdono non è affatto chiedere scusa, il perdono è il processo che trasforma l’errore commesso in qualcosa di migliore.
Se tu non hai commesso l’errore, l’altro può pensare e pretendere quello che vuole, ma tu non hai motivo per doverti perdonare di nulla.
Se invece nel tentativo di fare la cosa più giusta hai comunque sbagliato, allora perdonarti per l’errore commesso, pur volendo dare il meglio di te, può avere senso.
Ma te lo ripeto, perdonare se stessi non è ottenere il perdono dell’altro chiedendo scusa 😉
Esatto Serena. È quello che penso io, semplicemente non mi sono espressa bene
Ok 😀
Ciao cara Serena, Cosa ho imparato, o cosa posso imparare? GRAZIE a quella situazione ho imparato che da una sofferenza, da un torto, da un dolore posso migliorare e crescere e non solo abbattermi. Quali qualità sono emerse, GRAZIE a quella situazione ho trovato tanta forza in me , la capacità di ascoltarmi, di darmi importanza, di capirmi e capire Che forza hai sviluppato, GRAZIE a quella situazione? una forza che non credevo di avere, che va affinata, se così si può dire perché la paura di ricadere è nascosta e ogni tanto fa capolino. Decisamente senza questa brutta esperienza non… Leggi il resto »
Splendide parole Sarah, grazie 🙂
Non posso che confermare che la strada è quella giusta e questo mi fa molto piacere 🙂
Ciao Serena, concordo pienamente con ciò che hai scritto ma so bene quanto sia difficile e impegnativo ciò che sto affrontando perché la sofferenza è lì, è presente , non mi abbandona e credere che sia lì “per me” è complicato ma so che mi sta servendo per crescere, per migliorare e per non commettere più gli errori fatti. Certo Barbara ha ragione il mio sentirmi vittima dipende solo da me e non dagli altri e invece che piangermi addosso per ciò che non c’è più e che mi ha fatto male posso riprendere in mano la mia vita ed… Leggi il resto »
Certo. E ci sono ancora un po’ di cose che potrebbero aiutarti in questo percorso 😉
Ciao Serena , ora che sto capendo che il mio sentirmi vittima non dipende dagli altri ma solo da me, la mia vita sta andando decisamente meglio . Grazie
Benissimo! 😀
Mi fa davvero piacere 🙂
Ciao Serena , ho faticato molto , ma proprio con l’aiuto ( non certo voluto) di quelli che individuavo come “carnefici” sono riuscita non solo a perdonarmi , ma a capire i miei errori , errori che cercherò di non commettere più . Ho capito che certe persone non cambieranno mai e sono io che devo cambiare , per ora ho scelto di allontanarmi da loro emotivamente e per quanto possibile anche fisicamente ; spero di diventare abbastanza forte da farmi bastare la distanza emotiva
Per prima cosa, non è detto che riuscirai a non ripetere più gli stessi errori. Se accadrà significa solo che hanno ancora qualcosa da insegnarti. Non dimenticartene, è importante 😉 Poi, in realtà non puoi sapere se quelle persone davvero non cambieranno mai, quello che conta è che tu diventi forte abbastanza da non avere bisogno del loro cambiamento per essere felice. Ma questa forza non corrisponde alla distanza, perché se sulla tua strada troverai altri capaci di ferirti cosa fai? Ti allontani di nuovo? E per quante volte? Con quante persone? Che fine farai se continuerai ad allontanarti da… Leggi il resto »
Io ho perdonato tutti , sono loro che non mi hanno perdonata e che , ogni tanto, mi ricordano i miei errori ( come se loro non ne avessero fatto!!!)e la sofferenza che ho provocato ; io incasso e non reagisco per non innescare inutili discorsi ; ma da queste persone , almeno emotivamente DEVO STACCARMI
E NON ABBASSARE MAI LA GUARDIA . Non la considero una vita all’angolo ma una vita tranquilla .
Ti chiedo: per quale motivo dovresti reagire alle persone che ti ricordano i tuoi errori?
Provi ancora rabbia al comportamento di quelle persone?
Non so se definirla rabbia , ma sentirmi dirmi “ti ho perdonato ma non dimentico ciò che mi hai fatto “ quando io ritengo di aver agito, come allora ritenevo giusto , mi infastidisce ; non reagisco perché non ne vale la pena
Hmmm…
Che problema c’è se ti viene rinfacciato ciò che hai fatto?
Ok … non ci sarà nessun problema ; certe volte però mi da’ fastidio … non so perché , ma è così .
Beh, se non ci fosse nessun problema non ti darebbe fastidio.
Se vuoi eliminare il fastidio, non ha senso staccarti emotivamente, sarebbe resistere o scappare.
Puoi invece trovare il problema e risolverlo 😉
Così ti chiedo: cosa significa per te il fatto che ti vengano rinfacciati i tuoi errori? Cosa dice questo dice su di te?
Cosa mi dice ??? Certo che Serena mi induci a pensare , pensare e ancora pensare !!!
Allora mi dispiace che gli atri non siano in grado di andare avanti , ed io non sono abbastanza forte da capire che l’importante è essermi perdonata ed aver perdonato e quindi di andare avanti 😔
Non mi è molto chiaro quello che vuoi dire…
Cosa significa per te “andare avanti”? Significa lasciare andare?
E in che modo è in grado di danneggiarti il fatto che gli altri non siano in grado di farlo? Cos’è che ti impedisce di accettare il fatto che ti rinfaccino i tuoi errori?
Ciao Serena, condivido quello che hai scritto e aggiungo che se gli errori ci parlano e ci portano a comprendere delle cose di noi, chi in apparenza non sbaglia mai, si chiude a qualsiasi esperienza, non dona nulla di se agli altri, troppo attento a non soffrire a non perdere a non essere usato a non provare emozioni a non essere contaminato in nessun modo in realtà non si mette nelle condizioni di crescere. Mi viene in mente Buscaglia e la storia di chi vive in un guscio di noce e la possibilità che per tutta la vita nessuno le… Leggi il resto »
Concordo 🙂
Grazie infinite Serena…io esco da uno dei momenti più difficili della mia vita e ho sofferto come non avrei mai potuto pensare….leggere le tue parole mi riempie il Cuore di gioia e comincio a comprendere…..ora sono una persona migliore….se ci rifletto…è vero! ☺ Ora so di meritare solo il meglio! E sono pronta ad accogliere tutto il bello che la vita mi vuole donare! GRAZIE
Niente può farmi paura….ho superato il peggio.
Grande Claudia, mi fa davvero piacere 🙂
Hai ragione Serena è un punto molto impegnativo ma mi piacciono molto queste frasi che voglio fare mie: “Mettersi in opposizione non fa che creare attrito, distanza o indifferenza, mentre la comprensione richiede avvicinamento, “entrare” nell’altro per vedere e sentire come vede e sente lui.
Per questo è necessario “mollare la presa” rispetto alle nostre regole, metterle da parte e accettare di metterci in discussione.
Lo sto facendo sai e col tuo aiuto spero davvero di arrivare al perdono passando per la comprensione necessaria.
Mi fa molto piacere Sarah 🙂
Eccomi. Mi sono totalmente, infinitamente ritrovata in ció che ha espresso Anto. Non poteva dirlo meglio. Io mi sento e so di essere la vittima di me stessa. Come posso non esprimere un giudizio su ció che ho vissuto anche per colpa mia perchè l’ho permesso e l’ho lasciato succedere? Vorrei anch’io ingiustamente che questa persona pagasse, sì pentisse delle sue colpe ma poi leggo alla fine dei tuoi commenti che non serve se non lo faccio io. Se non trasformo io il mio risentimento e rabbia oltre al sacrificio in qualcosa di migliore. Io infatti voglio disperatamente che questo… Leggi il resto »
Hai letto l’ultimo passo che ho condiviso?
Cosa avresti dovuto fare che non hai fatto? E soprattutto, per quale motivo non lo hai fatto?
E riguardo a lui, stessa domanda: cosa avrebbe dovuto fare che non ha fatto? E per quale motivo non lo ha fatto?
La chiave è la comprensione, se non passi di lì tutto il resto sarà inutile 😉
Ciao Serena! Nella situazione potevo avere due strade…avrei potuto rifiutare l’impegno che mi era stato proposto ( fare da madrina ) perché non era un ruolo che mi sentissi e per maggior rispetto della bambina e di me stessa potevo rifiutare. Oppure accettare e capire cosa quella situazione mi stava insegnando. Con i genitori non abbiamo rapporti, soprattutto con la mamma che è mia cugina non c’è un rapporto libero,tranquillo… Fin ora la bambina la vedo nelle feste comandate oppure occasionalmente ma la situazione mi sta stretta perché non mi piace proprio comparire quando si deve, non è un rapporto,… Leggi il resto »
Per la prima strada, aspetta il prossimo passo 😉
Per la seconda ti chiedo: cosa ti impedisce di accettare e capire l’insegnamento per coglierlo?
E ti chiedo anche, per quale motivo esattamente non riesci ad avere un rapporto tranquillo con la mamma e vedere più spesso la bambina?
L’insegnamento mi sta dicendo che posso amare incondizionatamente se lo voglio accogliendo questa situazione che per qualche motivo è arrivata. La mamma mi mette a disagio da sempre, mi sento giudicata, la vedo come una persona non sincera e di conseguenza mi viene di allontanarmi. Ora vedo che non è cattiva ma una sua protezione per motivi suoi ma faccio fatica a lasciarmi andare. Temo che possa rendermi più debole, che possa in quqlache modo approfittare di me. Se questo succede perdo la mia posizione di forza che ho cercato di avere in questi anni, cioè di non fare cosa… Leggi il resto »
Allora Paola, bene per l’insegnamento, questo mi pare che stia già trasformando l’errore in qualcosa di meglio. O no? 😉 Riguardo al non vedere sincera la mamma, è vero? Te lo ha effettivamente dimostrato? E se sì, in che tipo di situazioni? E anche quando dici che potrebbe approfittarsi di te, lo ha mai fatto? E come? Poi, dici che in questi anni hai cercato di fare quello che era giusto per te evitando di lasciarti condizionare da lei, ma è vero che non ti sei lasciata condizionare? Se devi stare a distanza e non vedere la bambina per paura… Leggi il resto »
La sua mancanza di sincerità è nell’atteggiamento, percepisco proprio qualcosa di non detto. Tutte le volte che ci vediamo c’è qualcosa di sottile che non esce… Non ha approfittato di me ma ci sono stati atteggiamenti molto spiacevoli cono mia mamma, lei da molto è sempre a disposizione e spesso è successo che lei e la madre la deridessero …però in passato. La mia rabbia sembra arrivi da li, come una forma di difesa per ciò che aveva subito lei. Anche se in realtà lei lo ha superato. E’ come se non volessi dargliela vinta per paura di indebolirmi. No… Leggi il resto »
Ti chiedo, se tua cugina non avesse avuto atteggiamenti spiacevoli nei confronti di tua mamma, la sua (presunta) mancanza di sincerità sarebbe ancora un problema? Su tu perdonassi (per “dargliela vinta” suppongo intendi questo) tua cugina per il comportamento tenuto nei confronti di tua mamma, cosa temi che succederebbe esattamente? Ti indeboliresti dici, come esattamente? Cosa accadrebbe di preciso di conseguenza al tuo indebolimento? Infine, visto che quello che ti interessa è dare amore alla bambina e visto che fino ad ora ti sei lasciata condizionare e non hai fatto veramente quello che ritenevi giusto, ora non ti resta che… Leggi il resto »
Se mia cugina non si fosse comportata male con mia mamma sarei meno influenzata sicuramente. Perdonare vorrebbe dire andare oltre comprendendo che se ha agito in un certo modo è perchè non era in grado di fare diversamente. Il punirla e non andare oltre vuol dire non darle me stessa che sto costruendo. Però sto costruendo me stessa anche per tendere la mano a chi la vuole e lei non dovrebbe fare eccezione. Il mio risentimento arriva dalla rabbia che abbia schernito e preso in giro mia mamma che con la sua ingenuità ha sempre subito. Però devo dirti che… Leggi il resto »
Non avresti potuto concludere in modo migliore questa riflessione, benissimo! Ora, dove sta il punto? Se temi di essere giudicata non ti resta che buttarti e affrontare il giudizio per vedere quello che succede. La tua paura non ha fondamento e lo hai detto tu stessa parlando di come tua mamma tragga beneficio dal dare senza aspettarsi nulla, quindi per vincere la paura puoi cominciare a fare quello che ritieni giusto cambiando quello che hai fatto fino ad ora. A quel punto osservi e agisci nel modo migliore in base a come andranno le cose con tua cugina. Anche questa… Leggi il resto »
Non mi viene così spontaneo ma ci penso in questi giorni!
Cosa farei se non temessi giudizi e comportamenti scomodi?
Vediamo!
Grazie!
Mi sembra un’ottima domanda a cui risponderti 😉
Vediamo, sì 🙂
Carissima Serena ho messo un po’ di tempo ad individuare il mio carnefice perché penso che alla fine io debba imparare a perdonare me stessa e cosi potrò perdonare anche gli altri.Comunque visto che più volte hai ribadito che dobbiamo trovare un carnefice diverso da noi stessi,ho individuato chi ritengo di dover perdonare per primo anche perché così perdono anche tanti parti che riguardano me.Non mi piace dire carnefice,specie se si ritiene che non sempre la colpa sia volontaria,ma il fatto che spesso le pretese della persona a me più vicina siano state sempre maggiori rispetto agli altri e soprattutto… Leggi il resto »
Penso che sei su un’ottima strada 😉
E penso anche che hai già fatto un pezzetto del prossimo passo che ritengo forse uno dei più difficili da compiere fino in fondo 🙂
Ciao Serena, Ho letto con attenzione i primi due passi del percorso per imparare a perdonare. Ho individuato i carnefici, un paio di tua conoscenza e, pensandoci bene, ne ho aggiunto un altro che , fino a poco prima , pensavo più come VITTIMA. Sono IO, ovviamente!! Ho scoperto un altro modo di vedere la cosa: ciò che più mi fa arrabbiare non è tanto il danno subito dal carnefice, l’essere stata usata per l’egoismo, la debolezza , la dipendenza mentale, insomma per la paura dello storico carnefice, quanto PER AVER PERMESSO che ciò succedesse. IO sono vittima di me… Leggi il resto »
Io credo che nelle tue parole ci sia davvero moltissimo Anto, credo che questa riflessione sia profondamente giusta. Concordo su tutto e concordo anche sul fatto che attendere il pentimento dell’altro non sia altro che un modo per procrastinare. Quello su cui metterei l’attenzione è il fatto che pensi che il pentimento dell’altro ti sarebbe di aiuto, ma come detto a Paola in uno degli ultimi commenti, il perdono non serve mai a chi viene perdonato, quella è solo un’illusione. Il perdono serve a chi perdona perché è col perdono che si diventa liberi davvero. Ottimo perché trovo che con… Leggi il resto »
Grazie Serena per la risposta. Siccome dici che metteresti l’attenzione sulla questione “pentimento” , e anche io, ci tengo a precisare che ho scritto “….avvertire un profondo e sentito pentimento (NON sentirmi dire “SCUSA”) da parte dei carnefici ..” Non ho detto infatti che mi aspetto un chiedere perdono, per ottenerlo , quanto appunto un “avvertire” un pentimento. Come se stessi cercando in loro la conversione che poi , in qualche modo , condonerebbe le mie “colpe” o responsabilità . Capisci cosa intendo? È come se cercassi il movente per poi concedermi il perdono e finire col giudicarmi “meno stupida”… Leggi il resto »
Sì, chiaro 🙂
Il punto è che per togliere la loro colpa e toglierti dalla tua verso te stessa di aver subito il torto, devi essere tu a perdonarli comprendendo profondamente le loro azioni.
Di sicuro lo hai fatto, ma forse ancora non a fondo.
Forse ti serve solo mollare la presa sull’aspettativa del loro pentimento e lasciare andare per aprirti all’amore accogliendo chi ti ha fatto male.
Il pentimento non cancella veramente la colpa, ma come giustamente dici, la condona. Non è qualcosa di definitivo, ma solo un’illusione.
Che ne dici?
Non so Serena. Forse noni spiego o non colgo la sottigliezza. Pentirsi è ammettere i propri errori e convertirsi è agire affinché non si ripetano . Probabilmente mi aspetto ,(pretendo) che nasca in loro quella voglia che è nata in me di mettermi in discussione, di non pensare che sia solo il mondo a sbagliare ma che molto anche in me ci sia da cambiare e migliorare. Che nasca in loro lo spirito che li desti e la forza e il coraggio di guardare meglio la realtà. Non riesco e dico che non riesco a perdonarmi ancora il fatto di… Leggi il resto »
Il punto è questo, a cosa ti serve che gli altri si mettano in discussione? Tu cosa ci guadagni?
Non so di preciso Serena ..
Credo mi servirebbe per sentirmi meno in colpa; Come si sentirebbe un condannato a morte al momento in cui gli venisse cambiata la sentenza e la pena !!Un giudizio meno pesante e una condanna meno gravosa.
Carnefice o criminale non certo per dolo ma appunto di una colpa meno grave , ALLEGGERITA che darebbe a me la forza e la capacità di SENTIRMI AUTORIZZATA A PERDONARMI.
Credo ci guadagnerei questo !
Ti sembra troppo o stupido o insensato o fuori da ogni grazia?
Grazie .
Buonanotte ☀️💓
Non è ne stupido, ne insensato, solamente che non funziona.
Non funziona perché in questo modo non elimini la colpa, ma la “dimentichi” finché qualcosa la farà tornare a galla.
Potrebbe succedere perché l’altro ripeterà l’errore o perché le conseguenze che ne sono nate continuano a premere fino a che le sentirai pesare troppo o in un momento di debolezza ti appariranno troppo grandi.
Se invece lasci la presa e perdoni tu, la colpa si trasforma e perde ogni effetto 🙂
Incontri una persona che si mostra gentile , simpatico onesto . Un giorno accetti un passaggio e questo ti porta in un posto lontano da occhi indiscreti e inizia a molestarti e farti violenza . Tu non pensi che lo sia ma credi soltanto alla sua buona fede ma alla fine abusa di te fino a consumarti . Ti lascia nel pianto e ti abbandona , con spavalderia e soddisfatto lì, rimango solo e lontana a leccarmi le ferite ma quasi morente. Un giorno mi ritrovo faccia a faccia con il violentatore e questi , invece di pentirsi, mi sfotte… Leggi il resto »
Devi essere tu a trasformare la sua colpa non lui.
Devi farlo per liberare te trasformando il sacrificio in qualcosa di migliore. Non te ne fai nulla che sia lui a farlo perché dentro di te non avresti cambiato nulla.
Continua a seguire il percorso, troverai quello che serve per capire 😉
ok. spero. grazie
Buona giornata🌞
Ciao, ho letto con molta attenzione lo scambio tra te e Paola e in molte cose mi sono rivista. Come sai ho scelto me stessa come carnefice , e vorrei perdonare me stessa per non aver agito diversamente , per aver continuato a sbagliare nonostante sapevo di farlo. Esattamente come diceva Paola credevo che la gratificazione arrivasse dall’esterno, ho sempre e sottolineo sempre fatto dipendere la mia felicità dagli altri, mi sono sempre messa al secondo posto, ho dato tutto e ricevuto molto poco per quello che è il mio umile giudizio di poco. Speravo con tutta me stessa che… Leggi il resto »
Ok Sarah, così però non identifichi chiaramente da chi vuoi cominciare a perdonare. Tu o la persona che ti ha danneggiato?
Intendiamoci, puoi anche fare il processo per entrambe, ma il rischio è quello di mettere troppa carne al fuoco e perderti.
Cosa vuoi fare?
no no voglio farlo su me stessa
Voglio perdonare me
D’accordo, allora andiamo avanti 🙂
Ciao Sarah, Io mi sono dovuta ricredere sul mentire…..mentire è dire il falso. Ma quando uno è in confusione, non capisce esattamente perchè gli è successa una cosa e non ha ben chiaro come uscirne penso che parlandone non si dica la verità ma piuttosto è un modo per chiedere aiuto all’altro. Se uno sa di aver fatto una cosa che già per lui risulta inaccettabile diventa difficile chiedere all’altro di accettarla anche per se stesso. Secondo me la verità viene detta quando l’individuo ha preso una decisione, quando si è chiarito le idee. Ti consiglio di uscire dal discorso… Leggi il resto »
Concordo e credo anche che quando una persona agisce danneggiando l’altro, molto spesso non si renda conto di agire in modo sbagliato.
Il bisogno rende cechi mettendosi sempre davanti a tutto, non dimentichiamocelo mai 😉
Serena, il bisogno rende cechi è perfetto!
Sante parole Serena.
Grazie mille Paola del tuo messaggio.
Sai io credo , anzi ne sono convinta, che lui sapesse benissimo cosa stava facendo e che mi prendeva solo in giro. Ho parlato di doppia vita non a caso, proprio perché lui ne aveva realmente un’altra e me l’ha tenuta nascosta o meglio facendomi credere di essere altrove e invece è sempre rimasto dove era.
Senza dubbio ci sono fragilità, debolezze, paure ma perché mentire? perché usarmi, perché mi ha fatto questo?
Ciao Serena, sto riflettendo…intanto posso già dire che non c’è mai un carnefice solo ma i ruoli si possono scambiare molto velocemente. Può capitare di essere talmente privi di autostima da cercarla negli altri per essere gratificato. ma la gratificazione che arriva dall’esterno dura per quell’attimo. il carnefice avrebbe dovuto già aver capito questo e non avrebbe fatto l’errore. Un esempio: cosa non avrebbero dovuto fare quei due fratelli che hanno ammazzato Willy. Avrebbero dovuto non avere una mentalità deviata e una forza fisica coltivata proprio per essere più forti di qualsiasi altro individuo pensando, secondo la loro cultura, che… Leggi il resto »
Concordo, infatti come già ti dicevo, nessuno ha bisogno del perdono degli altri. Questo è solo uno specchietto per le allodole.
Quello di cui tutti abbiamo bisogno è di perdonare (noi stessi o gli altri), non di essere perdonati.
E’ alla vittima che serve di lasciare andare, non al carnefice 😉
Ciao Serena, ho effettivamente delle difficoltà a capire i ruoli di carnefice vittima e colpevole nel caso di tradimento avvenuto 20- 30 anni fa e scoperto in tempi recenti, per questi motivi. 1. Immaturità delle persone sia del tradito che del traditore all’epoca perché è evidente che si cercava di soddisfare dei bisogni in generale, ma anche affettivi che in quel momento non erano soddisfatti, quindi l’amore era marginale 2. Senso di colpa tutta la vita del traditore per aver infranto le regole condivise e la fiducia 3. Aver compreso negli anni che spesso si pensa di aver bisogno degli… Leggi il resto »
Ciao Paola, per prima cosa considera che non puoi perdonare la colpa di qualcun altro al suo posto, puoi al massimo proporgli di fare questo percorso a sua volta.
Sarà lui a dover capire e affrontare il percorso di perdono, nessuno potrebbe farlo al suo posto.
Le cose stanno diversamente se tu ti senti vittima di questa situazione. Allora, individuato il carnefice e la colpa, non ti resta che proseguire nel percorso 🙂
Qual è il tuo obiettivo?
L’obiettivo è quello di non sentirsi vittima, perché è la prima cosa che si prova, di una situazione che non si può controllare. Poi ci si sente in colpa per non aver capito l’altro e i suoi bisogni le sue sofferenze. poi si arriva a pensare che le esperienze insegnano e fanno maturare se si vuole cogliere questo lato, come giustamente scrivi tu. Tu inoltre scrivi: non puoi perdonare la colpa di un altro al suo posto. Se ho capito bene vuol dire che se io sento di avere una colpa, anche se gli altri mi perdonano, se non mi… Leggi il resto »
Ok Paola, facciamo chiarezza. Ti senti vittima della persona che ha tradito? E la colpa è il tradimento? Poi, la colpa di non aver capito l’altro si esprime nel fatto che possa essere stata la causa scatenante del tradimento? Quindi, se la risposta a queste domande è sì, in pratica tu saresti vittima della situazione creata da te stessa? Se così fosse tu saresti il carnefice e anche la vittima, mentre la colpa sarebbe quella di non aver capito l’altro portandolo al tradimento. E’ così? E sì, giustissimo quello che dici dopo. Gli altri potranno perdonarti l’imperdonabile, ma se non… Leggi il resto »
Non mi sento vittima di chi ha tradito. Ho dovuto imparare tantissimo da questo però, provo rammarico nel pensare che avrei potuto impararlo prima. Ho imparato che le persone non ci appartengono come gli oggetti, che non hanno le nostre stesse regole. Che amare bisogna volerlo, che spesso la paura ti fa cercare sostegno fuori di te, che se non hai stima in te stesso spesso cerchi gratificazione dagli altri e che tutto questo non ti permette di dedicarti agli altri con amore, che bisogna “pensarci da soli” e poi godere della compagnia degli altri, che non ero pronta a… Leggi il resto »
E tutto questo mi sembra davvero ottimo 🙂
A questo punto mi sfugge qualcosa…
Chi è il carnefice, chi la vittima e soprattutto, qual è la colpa da perdonare?
Appunto,in questo momento, ma in realtà da qualche tempo io non sono più il carnefice di nessuno (per qualche breve momento forse di me stessa) inoltre se non hai rancore automaticamente stai bene e non sei più una vittima di nessuno.per quanto riguarda il perdono mi son chiesta parecchie volte perché una persona dovrebbe chiedermi il perdono per una cosa che più o meno consciamente ha deciso di fare. (Se quello che ha fatto si rivela uno sbaglio o una sofferenza sarà bagaglio suo e se ne dovrà fare una ragione, e perdonarsi) e più corretto chiedere scusa quando senza… Leggi il resto »
Il tuo dubbio è lecito: perché una persona dovrebbe chiedere a te il perdono? Purtroppo siamo convinti che se l’altro ci perdonerà noi avremo messo a posto le cose, quando in realtà i primi a doverci perdonare siamo noi stessi. Quello che tu hai compreso dell’altro, lo dovrebbe comprendere lui guardando a se stesso. Quello che puoi fare è aiutarlo a capire, ma se la sua convinzione resterà ferma sul cercare il perdono altrui non farà questo cambio di visione. Inoltre se anche l’altro lo perdona, lui continuerà comunque a non si sentirsi a posto con se stesso e continuerà… Leggi il resto »
Ma infatti lui non ha chiesto perdono, è una cosa che si è gestito da solo e che si è perdonato. quello che ho dovuto gestire io è lo shock, la sorpresa il rendermi conto che non ho potuto aiutarlo. E’ li che ti rendi conto che imparare ad amare non è facile. Che generalmente pretendiamo di stare bene noi con l’aiuto degli altri, spesso senza volerlo si rischia di usare gli altri.
Ogni esperienza serve per imparare, sta sempre a noi cogliere l’opportunità.
E a me piace dire una cosa: più grande la battaglia, più grande l’eroe 😉
Cara Serena,
ieri mi consigliavi di identificare un solo carnefice diverso da me, ma io invece vorrei proprio salvare me stessa ed espiare tutte le mie colpe per non sentirne più il peso di ciò che ho permesso di fare e farmi fare.
Se sbaglio ti prego di correggermi
un abbraccio
Benissimo Sarah, proviamo 🙂
Hai già individuato qual è la tua colpa?
Tieni presente che puoi perdonarti per qualcosa che hai fatto (o che non fatto, ma avresti dovuto fare) effettivamente tu.
Se si tratta solo del fatto di aver subito non funzionerebbe, perché come potresti perdonarti per qualcosa commesso da altri? 😉
No certamente Serena. Io so che avrei potuto fare ma non ho fatto pur di non perdere questa persona o anche solo il suo interesse per me e questo ha sminuito, cancellato me, mi sono completamente svalutata, denigrata e trascurata come persona. Potevo fermarmi ma ho continuato a sbagliare. Ecco la mia colpa, ció che non mi perdono.
Sì, allora va benissimo che pensi a perdonare te stessa 🙂
La colpa l’hai identificata, quindi ora vediamo di proseguire col prossimo passo 🙂
Eccomi!
Posso pensare ad una mia cugina che mi ha imposto di fare da madrina alla figlia (ora la bambina ha 11 anni).
Non era un ruolo che mi sentissi,ma non sono stata forte allora per non averle detto ciò che pensavo ed ancora adesso per non vivere bene questo impegno.
Verso di lei ho del risentimento per eventi passati scorretti verso mia madre.
Sento di non averla perdonata, il nostro rapporto ora è di indifferenza e la bambina la vedo solo nelle feste e mi dispiace.
Grazie!!
Ok Paola, il carnefice l’hai trovato in quella tua cugina e le imputi diverse colpe. Ti consiglio di partire da una e concentrarti su quella. Può darsi che perdonare una colpa le cancellerà tutte, ma potresti trovarti a dover ripetere il processo per ogni colpa. Il passo di oggi sarà proprio quello di individuare la colpa da perdonare 🙂 Leggendo poi mi viene il dubbio che anche tu sia carnefice di te stessa per non averle detto ciò che pensavi. In questo caso l’azione (o non azione) viene direttamente da te e quindi ti chiedo: hai perdonato te stessa per… Leggi il resto »
Si, mi sento in colpa per questo sentimento, mi dispiace molto perché penso che lei lo avesse fatto per bisogno ed io non avevo voglia di quell’impegno con lei…
Ok, allora per il percorso potresti prendere te come carnefice da perdonare. Che ne dici? 🙂
Si è una bella prova!
Grazie!!
Ottimo 🙂
Ciao Serena grazie per questa opportunità . Il mio carnefice se si può chiamare così ,era il mio ex titolare, che nonostante siano passati un paio d’anni da quando ho mollato il lavoro,quando il pensiero va la, ho passo vicino al azienda, mi prende l’ansia.Mi crea un insicurezza ,un malessere che non so spiegare .
Bene Cristina, ora cerca da capire il motivo per cui ritieni il tuo titolare tuo carnefice. Sarà il passo di oggi, identifica la colpa 🙂
Usato e sfruttato da una persona, nonostante ne ero “consapevole”, anche per esperienze passate…ma sai quando si dice “ma sei di coccio!!!” Sta di fatto che a tutt’oggi ancora ci penso, controllo il suo profilo facebook, il whatsapp per gli aggiornamenti per cercare si sapere se sia “sprofondata” nel peggior degli abissi, cosa che gli ho augurato le ultime volte che ci siamo sentiti.
“Abissi” intendo lo stesso che ha fatto provare a me!!!
Semplice dirai…non controllare più e risolto!!!
Non è semplice da dirsi e da fare altrettanto
Ciao Luigi! 😀
Semplice non lo è affatto e non sarebbe nemmeno risolutivo 😉
Se non trasformi la sua colpa in qualcosa di migliore, in un sacrificio ben speso, la rabbia e la voglia di vendetta resteranno sempre.
Segui il percorso e man mano vediamo come fare 🙂
seguirò sicuramente!!!
Bene! 😀