Paura della paura: come vincerla capendo le emozioni

Per spiegarti come vincere la paura della paura devo prima spiegarti cosa significa.
Lo faccio raccontandoti l’episodio che ho vissuto in prima persona e che mi ha permesso di vincere la mia.
In un giorno della scorsa estate al rifugio, stavo camminando per andare a raccogliere delle erbe selvatiche quando mi sono imbattuta in una vipera.
Quello dei rettili striscianti era ormai l’unico nodo delle mie paure che ancora non ero riuscita a sciogliere.
Già, perché prima di superare una paura è necessario sapere come affrontarla e per saperlo è necessario capire il problema 😉
Non ho mai avuto una reale paura di questi esseri, ma sempre sensazioni di “forte fastidio”. Per definire quello che sentivo dicevo cose come: mi fanno schifo, impressione, senso.
Tutte parole che però non riuscivano a definire in modo soddisfacente l’emozione che provavo nel vederli.
Mi domandavo se ne avessi paura.
Molti hanno paura di questi animali!
Ma la risposta era “no”.
Ne conosco i comportamenti e la pericolosità, li so riconoscere tra pericolosi e innocui e so come ci si può comportare nelle varie situazioni.
Quando sai esattamente come comportarti davanti a un pericolo, non puoi avere paura!
Quel giorno però è successo qualcosa di diverso dal solito.
Dopo un primo sobbalzo in cui ho sentito salire la solita emozione indefinita, ho subito fermato i miei pensieri e, con loro, si è letteralmente arrestata anche l’emozione.
È stato come se avessi fermato il tempo in quell’istante.
Paura della paura: comprenderla guardando le cose per quelle che sono
Con calma e lucidità ho cominciato a osservare quella vipera e a descriverla nella mia mente.
Era nera, lunga, ma sottile. La testa di forma triangolare, gli occhi socchiusi. Strisciava senza mai spostarsi fuori dal suo tracciato. Manteneva invece la forma della sua ondulazione come se si trovasse in un solco obbligato. Finché, con la coda sempre più sottile, l’ho vista sparire nell’erba al di sotto della riva.
Compiaciuta dalla mia reazione ho notato che le mie sensazioni erano del tutto false. Quell’animale non era schifoso, né mi faceva senso o impressione. Nemmeno paura di per sé.
Ho capito invece che avevo paura della paura. Avevo paura a priori perché temevo le mie reazioni di fronte a quell’essere.
Avevo paura dell’incertezza delle mie stesse emozioni. Non sapevo definirle ed erano loro stesse a spaventarmi, mentre si autoalimentavano rafforzando ancora di più la paura di avere paura.
Avevo paura dell’ignoto in buona sostanza, di ciò che non comprendevo non riuscendo a definirlo.
In quel momento mi è apparso tutto così chiaro…
La vipera non c’entrava nulla!
Ma se avevo paura di avere paura, qualcosa doveva pur essere successo in passato ad imprimere in me questa memoria, quindi era giusto avere paura!
Penserai tu…
No. Era solo il fatto di non capire le mie emozioni a farmela provare.
La verità è che io conoscevo ogni possibile pericolosità di quell’animale e sapevo bene come difendermi o evitarlo. Non ci poteva essere nessun motivo ragionevole che potesse giustificare quella paura, se non la paura stessa di avere paura.
Osservandolo per quello che era invece, gli avevo tolto il significato che fino a quel momento gli avevo attribuito e ho visto solo una vipera. Un animale fatto in un modo preciso e che stava scappando da me.
Avevo visto la cosa per quella che era, realmente.
Questo avvenimento mi ha colpito molto. E’ da tempo ormai che riesco a riconoscere i miei pensieri, a trovare i problemi e risolverli.
Possibile che ancora non avevo risolto questo?
Proprio in quel periodo stavo aiutando una ragazza a gestire l’ansia. Lei aveva grandi difficoltà a concentrarsi e a fermare e riconoscere i propri pensieri, come accade molto spesso in chi prova questa emozione. Con ciò ne risentiva anche la sua capacità di osservazione.
L’ansia si nutre di incertezza, così insieme facevamo frequentemente molti esercizi per migliorare queste capacità.
Per allenare l’osservazione della realtà a volte ci soffermavamo su un oggetto o su un’azione non facendo altro che descriverla nei particolari. Esattamente quello che vedevamo mentre l’avevamo sotto gli occhi, privandola del significato che di solito gli attribuivamo. Scientificamente potremmo dire.
In questo modo vedi tutto e vedi quella cosa esattamente per come è fatta. Ne più, ne meno. Oggettivamente.
Quando vedi le cose in modo oggettivo stai togliendo da esse ogni condizionamento della tua mente. Le cose, privandole del significato che gli diamo, smettono di farci paura.
E mentre le paure se ne vanno, resta solo, eventualmente, l’evidenza di un pericolo reale a cui trovare rimedio. Punto.
Come sconfiggere l’ansia riconoscendo il primo pensiero
Ci esercitavamo molto con il diario emotivo.
Io ne ho fatti, e ancora ne faccio, a bizzeffe. Il diario emotivo è uno strumento magnifico con cui riconoscere i propri pensieri.
Ma come ha dimostrato la storia della vipera, non si finisce mai di capire. Qualcosa di nuovo da scoprire c’è sempre. E questa è una notizia meravigliosa! 😀
La ragazza che stavo aiutando non riconosceva i pensieri che le comparivano nella mente. Soprattutto non riconosceva il primo pensiero che arrivava quando si imbatteva in una situazione.
In quel modo non faceva che dargli modo di evolversi in un vorticoso circolo di confusione da dare in pasto alla sua ansia.
E io invece? Io che di diari emotivi ne avevo fatti a valanghe?
La storia che avevo vissuto aveva dimostrato che è impegnativo anche quando ormai pensi di saperlo fare alla perfezione.
Allenarsi a riconoscere il primo pensiero è un lavoro che non deve finire mai.
Sai quante volte avevo provato a vedere la vipera per quella che era senza mai riuscirci? Ogni volta lasciando spazio alle solite, nebulose sensazioni?
Ma è stato solo con l’allenamento intenso di quei giorni con, e per, quella ragazza che finalmente ci sono riuscita!
Così quel giorno ho capito quanto sia importante l’allenamento, insistere, senza stancarsi mai, per migliorare le nostre capacità. Solo in quel modo potremo sempre essere più forti di ogni problema, eliminando ogni paura.
E quel giorno sarei stata davvero felice di incontrare nuovamente quella vipera al ritorno. Felice di poter osservare, ancora una volta, lei e i miei pensieri.
Non c’era, ma ora so che non avrei provato più ansia nel vederla.
Ansia, sì, perché la paura della paura altro non è che una sua forma.
Ora so che avrei osservato quell’animale solo per quello che era e l’ansia ha lasciato spazio alla curiosità.
L’ansia ti mantiene nella paura e nell’incertezza, ma quando la sconfiggi iniziando ad osservare le cose per quello che sono, puoi pure diventare curioso, o curiosa e fare di ciò che è sempre stato un problema, qualcosa di interessante e tutto da scoprire 😉
A quel punto infatti, non c’era più nulla a offuscare la mia visione e potevo anche avvicinarmi e imparare qualcosa di nuovo, vedere, forse, che la vipera potrebbe anche piacermi e che potrei amarla, come amo tutto il resto 🙂
cara Serena leggo molto volentieri le tue lettere,sono sempre molto interessanti e senza dubbio danno motivo di riflettere e contemporaneamente a migliorare. mi ha molto colpito la email di stamani “sulle credenze limitanti”,mi ci sono specchiata a fondo ed è vero quello che affermi,ma la mia credenza limitante che è tornata alla memoria e mi terrorizza è la seguente: tanti anni fa un sensitivo ,con il quale mi trattenni casualmente,mi pronosticò che la mia morte sarebbe avvenuta a 74 anni.Puoi capire quanto questo mi limiti non solo mentalmente?!Se vuoi e hai tempo mi potresti rispondere personalmente,tra l’altro ti mandai un’altra… Leggi il resto »
Ciao Raffaella, ti avevo risposto più volte a quella mail, ma la tua casella di posta la rimandava indietro 😉 Ora rifletti su una cosa, cosa dimostra che quello che pronosticò il sensitivo sia vero? Quante probabilità ci sono che indovini lui, rispetto a quelle che tu oggi muoia per un incidente o che accada a 100 anni per lo spegnimento naturale del tuo corpo? Come fai ad avere la certezza che una cosa sia più probabile dell’altra? Ma soprattutto rifletti su questo, facciamo conto che il sensitivo abbia ragione, ha davvero senso passare il tuo tempo nella preoccupazione di… Leggi il resto »
cara serena strano che la mia email non la ricevi(marcmatteini@yahoo.it)in questa ricevo le tue.
hai ragione della tua risposta e razionalmente sono d’accordo,ma dentro ho sempre quel tarlo !grazie raffaella
Quando arriva riporta alla mente queste riflessioni. Fallo finché il tuo inconscio non si sarà abituato a vedere le cose in questo modo e il pilota automatico sarà riprogrammato nella direzione che vuoi tu.
Tempo, è solo questione di tempo 😉
Ciao Serena 😊, è vero, la paura ci oscura la mente , ma è sempre lì pronta a seguirti..a volte ti fa’ vedere i problemi il doppio di quello KE sono in realtà , e la paura della paura di nn farcela è ancora peggio! Ci vuole davvero una bella dimestichezza nell’ identificare la realtà x porta affrontare! Ma quanto ti si presenta NN È FACILE ESSERE LUCIDE! E NEL PORTI SEMPRE LE GIUSTE DOMANDE X POTER CAPIRE …,🤔🤔
Certo che non è facile, ma più ti alleni ad osservare e ad osservarti più ci riesci 🙂
Il primo passo è capire la prima paura. Tu hai trovato la paura di avere paura di non farcela. Secondo passo capire la seconda paura e andare a fondo.
Paura di non farcela, definiscila. Paura di non farcela a fare cosa esattamente?
Ciao Serena , la mia paura di nn farcela è dovuta alla critica situazione economica, come se nn bastasse si è rotta la macchina ,(rotta da mandare allo sfascia carrozze) e quindi necessariamente ne dobbiamo prendere un altra …sono in ansia x la paura di nn poter affrontare brutte le spese x appunto questa ripresa lenta post covid… bisognerebbe affrontare giorno dopo giorno….ma la mia testa và sempre oltre..🙄
E andare oltre ti aiuta in qualche modo?
Se andare oltre significa trovare soluzioni, bene, altrimenti resta nel presente e vivilo.
A quali soluzioni stai pensando per adesso? E, riguardo al futuro, cosa temi che potrebbe succedere se non dovessi riuscire ad affrontare le spese? Definiscilo in modo specifico, spesa per spesa, immagina che sia già successo e chiediti: ora cosa faccio?
La soluzione la devi trovare!
A quel punto ce l’hai in pugno e l’ansia se ne va 😉
Che ne dici?
Serena , ci sto lavorando…☺️nn è facile poter trovare tutte le soluzioni…ma ci sto provando, ma soprattutto sto provando a pensare Ke andrà ce la farò 😁
Pensare che andrà, può darti la positività per impegnarti ora a cercare soluzioni, ma poi le soluzioni le devi trovare, altrimenti la tua positività durerà il tempo che dura.
Se sei in difficoltà possiamo parlarne nello specifico.
Mi dici il problema a cui non trovi soluzione e vediamo se posso aiutarti a trovare qualche idea 😉
Paura della paura ottima argomentazione. E’ una dinamica difficile da percepire. Credo tu sia riuscita a fare chiarezza su come si sviluppa, di come a volte è difficile da vedere. Si parte da un primo pensiero, quello che ci sfugge, e si verifica una sorta di effetto domino in cui i pensieri si sovrappongono, si accavallano creando dentro di noi incertezza e confusione. Solamente se capisco questo meccanismo e riesco a fermarlo in tempo posso vedere la realtà per quella che è e gustarmi quello che succede.
Oppure posso farlo a ritroso. Non è mai troppo tardi per capire, quello che conta è volerlo 🙂
Io conosco bene il diario emotivo ed uso spessissimo l’approccio “scientifico” per osservare le mie emozioni. Qualche volta faccio però fatica a ritornare empatica, diciamo che resto “scientifica” a lungo 😂
Ciao Cristina, vorresti farmi un esempio? 🙂
Per analizzare le mie emozioni mi “stacco” e le guardo scientificamente con una sorta di freddezza esteriore. Una volta esaminate e capite, faccio fatica ad abbandonare “la freddezza” che mi ha permesso di capirle. Probabilmente perché la associo ad una sorta di “soluzione del problema” anziché’ ad un modo per capire l’emozione.
E cosa pensi ci sia di sbagliato i questo?
Mi chiudo. Il mio sguardo scientifico corrisponde ad un po’ di chiusura. A piccole dosi ms non riesco a controllare completamente l’errore che ho ripetuto più volte nella mia vita. Distacco uguale chiusura affettiva
Capire e chiudere sono agli antipodi.
Per comprendere devi essere aperta, se chiudi non stai capendo l’errore, ma lo stai escludendo.
Ovvio a quel punto che non potresti imparare dallo stesso, sarà più un rimuovere per non lasciare che ti ferisca.
Come se io, invece che osservare la vipera, avessi girato lo sguardo per non vedere la paura 😉
Se ti va, puoi farmi un esempio pratico e ti aiuto meglio 🙂
Metto giù ancora qualche diario emotivo e poi magari ci sentiamo
Più che volentieri 🙂
Cara Serena, la paura, l’ansia sono davvero delle “brutte compagne” nel viaggio della ns vita. Creano incertezza, disagio, insoddisfazione e non ti fanno vedere la realtà per quello che realmente è. Io la provo continuamente in ogni cosa che faccio e che vivo perché non ho la mente lucida ma mi faccio prendere dalla paura, dall’ansia di sbagliare sempre qualcosa o di essere io inadatta, inadeguata. Non mi soffermo mai a vedere la realtà com’è realmente, non mi prendo del tempo, quello giusto e necessario per capire esattamente come stanno le cose o di che cosa ho realmente paura in… Leggi il resto »
Ciao Sarah, cosa esattamente ti impedisce di prenderti il tempo che ti servirebbe per guardare e per capire?
Lo scrivi il diario emotivo?
La paura stessa me lo impedisce. Sì lo scrivo il diario emotivo e riconosco i miei pensieri, le mie paure, le faccio emergere ma eliminarle è un’altra cosa.
Ovvio, le paure vanno comprese fino all’ultima domanda e all’ultima risposta.
Solo così puoi vedere e trovare LA soluzione, quella giusta e definitiva.
Per questo ti avevo consigliato di sentirci 😉
ciao sere
mi sono scaricata skype , io sono piuttosto “tecno-priva” quindi non so usare bene queste piattaforme ma ci provo
Ti ho scritto in privato 😉